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30 luglio, 2025Dopo il via dato da Macron, ora valuterebbero di aggiungersi - oltre ai due Paesi del Commonwealth - anche Finlandia e Portogallo. In Europa lo Stato palestinese è già stato riconosciuto da Spagna, Islanda e Irlanda. Manca l'Italia: per Meloni sarebbe una "scelta prematura"
Si allunga la lista dei Paesi che si apprestano a riconoscere lo Stato di Palestina. Dopo l’annuncio della scorsa settimana del presidente francese Emmanuel Macron, l’inquilino dell’Eliseo è stato seguito dal premier britannico Keir Starmer che, ieri 29 luglio, ha annunciato che formalizzerà il riconoscimento il prossimo settembre. Ora, al Regno Unito si potrebbero aggiungere anche altri due importanti membri del Commonwealth: Australia e Canada, Paese - quest’ultimo - tradizionalmente filo-israeliano. A loro, secondo quanto scrive Haaretz, si aggiungerebbero presto anche Finlandia e Portogallo. In quest'elenco, come ribadito da Giorgia Meloni che ha parlato di "scelta prematura", non figura l'Italia.
Ieri sera, subito dopo l’annuncio di Downing Street, Starmer ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro canadese Mark Carney, oltre ai leader interessati: il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e il re di Giordania, Abdallah. Israele ha attaccato Londra per la decisione, definendola “una ricompensa ad Hamas”.
Il riconoscimento della Palestina, per i Paesi sopra citati - a cui si aggiungono anche i ministri degli Esteri di chi già riconosciuto la Palestina, come Islanda, Irlanda e Spagna - sarebbe “un passo essenziale verso una soluzione a due Stati”. Nella dichiarazione congiunta, i capi della diplomazia di questi Paesi hanno definito “antisemita e terrorista” l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, e hanno chiesto un immediato cessate il fuoco, che includa il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in mano ad Hamas e l'ingresso degli aiuti umanitari. I ministri hanno inoltre esortato le nazioni del mondo a stabilire relazioni diplomatiche con Israele e a “esprimere il loro desiderio di discutere la sua integrazione nella regione”.
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