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31 luglio, 2025Si allunga la lista degli Stati pronti a riconoscere uno Stato palestinese. Ma mentre cresce la pressione internazionale sul governo Netanyahu, i ministri israeliani Katz e Levin soffiano sul fuoco: "È il momento di annettere la Cisgiordania"
La Germania di Friedrich Merz è quel Paese che poco più di un mese fa diceva che, in fondo, “Israele fa il lavoro sporco per tutti noi”. Ora che la situazione a Gaza si fa sempre più drammatica – e mentre monta la pressione della comunità internazionale, con la proposta di riconoscimento della Palestina avanzata dalla Francia di Macron che di giorno in giorno incontra sempre più adesioni – anche Berlino sembrerebbe aver perso la pazienza con Tel Aviv. E, per bocca del suo ministro degli Esteri, Johann Wadephul, invoca una svolta e si dice pronta ad avviare il “processo per riconoscere lo Stato palestinese”.
La Germania è, dopo gli Stati Uniti e prima dell’Italia, il secondo fornitore di armi a Israele, oltre che il Paese che finora è stato tra i più morbidi rispetto alle politiche del governo di Benjamin Netanyahu e quello che, più di altri, ha represso con forza le proteste pro-Pal in patria. La prima reazione all’annuncio tedesco è arrivata dal ministro israeliano di estrema destra, Itamar Ben Gvir: “Ottant’anni dopo l’Olocausto, la Germania torna a sostenere il nazismo”.
Con Berlino aumentano i Paesi che sono pronti a riconoscere la Palestina (anche se a quest’appello manca ancora l’Italia). Dopo le indiscrezioni di ieri – 30 luglio – oggi il Canada, tramite il suo premier Marc Carney, ha confermato la volontà di seguire la proposta di Macron nel caso in cui non sarà raggiunto un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Ma mentre monta la pressione internazionale sulle politiche del governo Netanyahu a Gaza e in West Bank, alcuni esponenti israeliani continuano a soffiare sul fuoco. Oggi è stato il turno dei ministri della Giustizia e della Difesa, Yariv Levin e Israel Katz, che hanno affermato che il momento attuale rappresenta “un’opportunità” per annettere la Cisgiordania. “I ministri Katz e Levin lavorano da molti anni per attuare la sovranità israeliana in Giudea e Samaria – hanno affermato i loro uffici in una dichiarazione congiunta, utilizzando un termine biblico per la Cisgiordania –. Proprio in questo momento, c'è un'opportunità che non dobbiamo perdere”.
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