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19 agosto, 2025Dall'Italia, il vicepremier Salvini va all'attacco del presidente francese: "Spero che chi continua a parlare di guerra si rassegni e lasci lavorare chi sta lavorando bene"
L'esito del vertice alla Casa Bianca sulla pace in Ucraina con Volodymyr Zelensky, Donald Trump e sette leader europei non ha convinto tutti i partecipanti. Ad esempio, il presidente francese Emmanuel Macron, oggi 18 agosto, ha definito il presidente russo Vladimir Putin "un predatore, un orco alle nostre porte" che "ha bisogno di continuare a mangiare" per "la propria sopravvivenza".
Gli europei, ha ribadito l'inquilino dell'Eliseo, devono stare attenti a "non essere ingenui" nei confronti di Mosca, "una potenza destabilizzante a lungo termine". Macron, nell''intervista all'emittente Lci, ha anche ricordato: "Dal 2007-2008 il presidente Putin ha raramente mantenuto i suoi impegni. È stato costantemente una forza destabilizzante. E ha cercato di ridefinire i confini per espandere il suo potere".
Il presidente francese ha avvertito poi sulla scarsa credibilità della Russia nelle sue intenzioni pacifiche, visto che la Federazione guidata da Putin negli ultimi anni è stata riconvertita verso un'economia di guerra: "Un Paese che investe il 40% del proprio bilancio in attrezzature belliche e che ha mobilitato un esercito di oltre 1,3 milioni di uomini non tornerà da un giorno all'altro a uno stato di pace e a un sistema democratico aperto", ha spiegato Macron. "Quindi, anche per la sua stessa sopravvivenza, Putin ha bisogno di continuare a mangiare. Ecco. E quindi è un predatore, è un orco alle nostre porte. Non sto dicendo che domani sarà la Francia ad essere attaccata, ma è comunque una minaccia per gli europei (...). Non bisogna essere ingenui".
Per una coincidenza temporale, dall'Italia, arriva il biasimo di Macron. È il vicepremier del governo Matteo Salvini ad accusare "chi continua a parlare di guerra, penso a Macron, penso all'esercito europeo, al riarmo di Ursula von der Leyen. Si rassegni e lasci lavorare chi sta lavorando bene". Così il ministro delle Infrastrutture, che poi ha lanciato un'altra frecciatina all'inquilino dell'Eliseo: "Sono giornate importanti, sia quella in Alaska fra Trump e Putin, sia quello di ieri con Zelensky, i leader europei, la nostra presidente del Consiglio. Se nessuno si metterà di mezzo, Bruxelles e Parigi, penso che potranno essere settimane decisive". E ha aggiunto: "Se Trump riuscirà a rimettere intorno allo stesso tavolo Putin e Zelensky, che dovranno loro trovare l'accordo, penso che il 2025 possa essere quello della fine di questa maledetta guerra che conviene a tutti, conviene a tutti. Ognuno dovrà cedere qualcosa, immagino nessuno potrà vincere al 100% sul campo, perché vincere una guerra nel 2025 sul campo è impensabile", ha continuato il leader leghista, che si è detto "d'accordissimo" sull'applicazione dell'articolo 5 della Nato all'Ucraina "se è accettato sia da Zelensky che da Putin".
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