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22 settembre, 2025Era detenuto dal 2019, dopo varie condanne. Il premier britannico Starmer aveva sentito Al-Sisi per la sua liberazione
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha concesso la grazia al famoso attivista egiziano-britannico Alaa Abd el-Fattah, dopo una lunga prigionia e ripetuti scioperi della fame che hanno scatenato appelli internazionali per il suo rilascio. A riferirlo è l’agenzia di stampa Al Qahera.
Abd el-Fattah, blogger e informatico oggi 43enne, è diventato il prigioniero politico più importante dell'Egitto, simbolo dell’opposizione alla sistematica repressione dei diritti umani portata avanti dal regime di al-Sisi, che governa il paese dal 2013. L’attivista proviene da una famiglia di noti attivisti e intellettuali, da sempre impegnata nella lotta ai vari regimi che si sono succeduti nella storia dell'Egitto moderno. Sua madre, Laila Soueif, ex professoressa di matematica e cittadina britannica, aveva intrapreso un lungo sciopero della fame per il rilascio del figlio, interrotto solo dopo le suppliche della sua famiglia per via delle condizioni di salute critiche, dopo 150 giorni di sciopero.
A inizio anno Soueif aveva incontrato anche il primo ministro britannico Keir Starmer per fare pressione a favore della liberazione del figlio. Starmer aveva parlato con al-Sisi il 28 febbraio, per chiedere il rilascio dell’attivista. Adesso, sembra che il progressivo rafforzamento dei rapporti tra Regno Unito ed Egitto, anche riguardo alla gestione della questione palestinese, possa aver giocato un ruolo nella decisione del presidente egiziano.
Abd el-Fattah era stato arrestato sia prima dello scoppio delle proteste di piazza Tahrir che rovesciarono il regime trentennale di Hosni Mubarak nel 2011, sia durante i disordini che seguirono. Furono poi le sue dure critiche alla repressione dei dissidenti dopo l'ascesa al potere di al-Sisi a procurargli la pena detentiva più lunga in assoluto. Nel 2014, fu condannato a 15 anni di carcere, poi ridotti a cinque, per aver protestato senza permesso. Fu rilasciato nel 2019, ma venne nuovamente arrestato più tardi nello stesso anno, con l’accusa di aver diffuso fake news. In seguito, fu condannato a un'altra pena di cinque anni. Anche Alaa aveva iniziato uno sciopero della fame durato 55 giorni, in solidarietà con sua madre, consumando unicamente tisane, caffè e sali reidratanti.
La sorella dell’attivista, Mona Seif, ha scritto su X dopo la notizia del rilascio:”My heart will explode” (Mi scoppia il cuore). L’attivista egiziana per i diritti umani in esilio Samar Elhusseiny ha dichiarato: “La liberazione di Alaa è simbolica per tutti: rappresenta speranza e un momento di respiro in mezzo alla crescente repressione in Egitto e a livello transnazionale”.
La liberazione di Abd el-Fattah rimane però solo una vittoria simbolica in un mare di repressione. Migliaia di avvisti e oppositori politici rimangono detenuti nelle carceri egiziane, con le autorità del paese che continuano ad arrestare arbitrariamente chiunque si opponga al governo militare, senza alcuna base legale e con procedure che violano il diritto ad un processo equo. E intanto il regime di al-Sisi, dopo aver per anni ostacolato il processo contro l’uccisione di Giulio Regeni, continua ad intralciare lo svolgimento del procedimento giudiziario. Solo pochi giorni fa, la difesa degli agenti di sicurezza egiziani imputati aveva sollevato una questione di costituzionalità, ritardando ulteriormente il processo.

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