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8 settembre, 2025L'annuncio del ministro degli Esteri israeliano Sa'ar: "Il governo spagnolo porta avanti una linea ostile e anti-israeliana, con una retorica carica di odio"
Le due ministre spagnole, Yolanda Díaz e Sira Rego, sono state bollate come persone non grate dal governo israeliano. Con un post su X, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha scritto: "La vicepresidente del governo spagnolo e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, non potrà entrare in Israele e non avrà contatti con lo Stato di Israele. Così come Sira Rego, ministra della Gioventù, anch'essa del partito Sumar. Israele informerà inoltre i suoi alleati della condotta ostile del governo spagnolo e del carattere antisemita e violento delle dichiarazioni dei suoi ministri”.
“Non è più possibile evitare l'adozione di sanzioni personali contro membri del governo spagnolo che hanno oltrepassato ogni linea rossa — continua il post —. Il governo spagnolo porta avanti una linea ostile e anti-israeliana, con una retorica carica di odio. Il tentativo dell'amministrazione Sánchez, segnata da gravi scandali e corruzione, di distogliere l'attenzione tramite un attacco costante e antisemita a Israele è palese. L'attivismo ossessivo dell'attuale governo spagnolo contro Israele spicca sullo sfondo dei suoi rapporti con regimi oscuri e autoritari, dal governo degli ayatollah in Iran fino a quello di Maduro in Venezuela".
È solo l’ultimo capitolo dello scontro permanente tra i governi di Madrid e di Tel Aviv. Proprio mentre il capo della diplomazia israeliano annunciava le misure nei confronti delle due ministre spagnole, il premier spagnolo Pedro Sanchez attaccava frontalmente il governo Netanyahu e descriveva in conferenza stampa i nuovi provvedimenti presi, tra cui l’embargo totale delle armi e lo stop all’ingresso nel Paese per “tutti coloro che hanno preso parte al genocidio”.
Il governo spagnolo ha richiamato l’ambasciatrice in Israele, ufficialmente “per consultazioni”, e ha respinto "in maniera categorica" le "false e accuse di antisemitismo" mosse dall'esecutivo israeliano, dopo l'annuncio di un pacchetto di sanzioni da parte del capo dell'esecutivo iberico, Pedro Sanchez, per tentare di fermare "il genocidio" a Gaza.
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