Anche il Movimento Cinque Stelle finisce invischiato in una parentopoli con i casi di portaborse assunti perché fidanzati o figli di conviventi. Ma i casi simili si sprecano: dal pidiellino Malan al sindaco arancione De Magistris

La svolta etica oltre che epocale non c’è stata. Neanche questa volta. La politica perde i colpi e il vizio capitale. Così anche il Movimento 5 Stelle ha ceduto e soprattutto non c’è voluto molto tempo, è stato subito. Come l’ex Savonarola di una parte della sinistra, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Non c’è verso di fare sistema, fare famiglia è meglio, rende di più.

PURI E DURI. L’albero genealogico dell’affettuosa abitudine, sistemare i propri cari, affonda nella notte dei tempi. Ma ora due aspetti lasciano di stucco: credere che in questa stagione si possa farla sporca e franca. E che a provarci sia chi ha trasformato la battaglia contro il familismo amorale in un magnete populista di consenso. Madame Claude ex partigiana poi fondatrice di un network di call-girls (le nonne delle escort) diceva che i peggiori sono i puri e i duri.

MARMELLATA AMARA. Quoque i grillini. E dire che avevano firmato una sorta di Talmud impegnandosi a non selezionare come collaboratori parenti e affini. A esser salomonici, la loro senatrice Barbara Lezzi, scoperta con le mani nella marmellata, non ha assunto un parente stretto. Ma la figlia del proprio compagno. Rossa di vergogna come un peperoncino, Lezzi si sarà cosparsa il capo di cenere, s’immagina. A dire il vero, si è un filino risentita «Lo fanno in tanti», ha protestato. Anche la collega pentastellata Vilma Moronese che aveva fatto un contratto al fidanzato si è innervosita parecchio: quante storie, aveva bisogno di una persona di fiducia.

GRAZIE, ZIA. Mezzucci tipici della Casta, non da talebani contro il sistema. Fossero uomini almeno, macché! A fare le furbacchione due donne, e dopo anni passati a sostenere che il genere sarebbe garanzia di una politica non maneggiona, almeno secondo noi donne, non rimane che stracciarsi le vesti. Quanto meno per marcare la differenza con il malanismo, corrente del Pd con la elle, dal nome del creatore Lucio Malan, capace tra le varie imprese, di fare a suo tempo un contratto in Senato non solo alla moglie. Ma anche a nipote e a zia.

PADRI E FIGLI. Oddio, uno gnomo rispetto a De Magistris: il sindaco sta abbattendo la disoccupazione partenopea. Almeno quella del suo cerchio magico, dalla cugina al fratello, dai compagni di scuola al testimone di nozze, è la notizia dell’ultima ora. E non importa se era proprio lui a tuonare contro il familismo del suo ex padrino politico Antonio Di Pietro che aveva trasformato il figlio in un consigliere comunale.

ATTENUANTI GENERICHE. E allora com’è? Sarà un cromosoma mancante, una macchia umana tanto che in Parlamento alcuni deputati stigmatizzavano la severità nei confronti delle senatrici: bisogna pur concedere delle attenuanti, povere care. Quali? Tra le varie, le più interessanti, antropologicamente, sono due. Il fatto che Lezzi e Moronese dimostrino una grande limpidezza d’animo. Davvero? Certo: lavorare vicino a fidanzati o figlie di fidanzati, per esempio, annulla possibili tresche, all’ordine del giorno in quegli ambientini. Senza contare che un compagno disoccupato e depresso turba la serenità del parlamentare, incapace così di concentrarsi al meglio nel suo importante dovere... E non stavano affatto scherzando.