La crescita dei movimenti di estrema destra in Europa non è problema per poliziotti o per giudici, e nemmeno per benemerite manifestazioni di protesta ?e condanna ex post. Piuttosto un gravissimo problema da analizzare e da comparare con cura, senza far di ogni erba un fascio, con fascismi e nazismi storici, e da affrontare poi nelle sue cause più profonde, di cui questo fenomeno è soltanto uno dei molti sintomi. Difficile combattere ciò che non si conosce o ciò di cui si è soltanto capaci di dolersi. Fascismo e nazismo, movimenti in sé diversissimi, si presentavano comunque entrambi con ?un solido radicamento culturale e politico. ?Non potevano essere spiegati solo come
reazione alla grande crisi che travolge la vecchia Europa liberale con la Guerra e il tremendo errore della “pace” di Versailles. Erano maturati in qualche modo dall’interno di correnti fondamentali della coscienza e del pensiero europei a cavallo del secolo, dalla critica dell’idea stessa di democrazia a ideologie nazionalistiche permeate da miti sullo “spirito del popolo”, da forme di vero e proprio razzismo all’esasperazione del contrasto tra le “famiglie” europee,e in particolare tra “civilizzazione” anglosassone e “cultura” germanica.
Autori e pensatori imprescindibili per l’Europa moderna vennero coinvolti, se non a volte travolti, da questo vortice. Da cui - per coloro che lo alimentavano - non doveva affatto uscire un “buon tempo perduto”, ma uno Stato nuovo, un nuovo Ordine, una nuova Europa chiamata alla monarchia universale! Non si trattava di difendere vecchie identità - se non riaffermare quelle,appunto, mai esistite, puramente inventate, del mito - ma di forgiarne, di crearne una mai prima vista, inaudita. È del tutto fuorviante, anche nel giudizio storico, misconoscere l’intenzione
rivoluzionaria che muove queste tragiche ideologie. Di tutto questo non è rimasto nulla nei cosidetti fascismi o neo-nazismi. Qui è in gioco l’astratta, cieca difesa di presunte identità date una volta per sempre, la vana istanza di tornare a posizioni di previlegio negli attuali equilibri planetari, che non saranno più comunque possibili, l’ostinata volontà di chiudere gli occhi sulle più macroscopiche trasformazioni dell’epoca che viviamo e sulle loro ineluttabili conseguenze. Qui è in gioco soltanto ?uno pseudo-pensiero reazionario, peggio: puramente conservatore. Incapace pertanto anche solo di promettere un nuovo Ordine.
Su tale promessa si fondavano invece tutti i movimenti storici ?di destra, pretendendo quasi di incarnarla nella loro stessa presenza. Il vecchio Ordine democratico - liberale era il caos, ?la lotta, il conflitto - ecco,invece, compatti i nostri “fasci”. L’Ordine che si vuole creare è reso credibile dal marciare ordinati, sotto un’unica Guida. Tutta la propaganda nazista, tutta l’organizzazione della sua gioventù, si giocano su tali immagini. Che fanno presa,eccome, anche su ampi strati della borghesia. L’Ordine è il fine e ordinati i mezzi per raggiungerlo - perfino la somma violenza, la Shoah, è stata così concepita. Guardatevi, invece, i filmati dell’attacco a Repubblica e L’Espresso, o le interviste a capi e gruppetti di queste nuove destre:
black bloc qualsiasi, assoluta confusione ?di idee tra neo-paganesimi e difese di una Europa o Cristianità, di cui tutto si ignora. È il frutto della crisi dell’idea di unità politica europea? Dell’incapacità della Comunità europea stessa di riformarsi? Dell’allargamento irrazionale che le è stato imposto? Dell’assenza di una politica comune per l’immigrazione? Della crisi economica e occupazionale? Tutto vero e tutto troppo semplice. Tanti fascisti e nazisti di allora erano stati
formati alle idee che hanno condotto l’Europa al suicidio politico. Chi ha invece
formato i cittadini degli Stati uniti d’Europa? di un’Europa dei popoli, delle nazioni e non solo degli Stati? Chi ha
formato i giovani europei a conoscere la propria storia, a discutere criticamente sulle necessarie trasformazioni della stessa idea democratica? Poiché è diritto inalienabile dei popoli mutare le proprie costituzioni, resistere a ogni potere che si manifesti come una volontà estranea, combattere ogni autorità che non provenga dall’espressione del loro libero volere.
I movimenti attuali di estrema destra sono l’espressione più evidente di una crisi formativa e spirituale dell’idea di Europa, del fallimento di una
Bildung , direbbero i tedeschi, europea, capace di affrontare con realismo e preveggenza la svolta d’epoca. ?I movimenti di estrema destra in nulla si distinguono, se non per folli nostalgie, dall’attuale
mainstream , fatto di contraddizioni, indecisioni, slogan, promesse, demagogie e populismi vari. ?In essa sono a casa loro, altro che contestarla! Una corrente dove si va spegnendo ogni passione per la verità, per la ricerca di comprendere davvero e di rappresentare lo stato effettuale delle cose e di affrontarlo con realismo - una corrente dove il giudizio, la capacità di discernere, di misurare le distanze tra i diversi discorsi e le diverse proposte vengono meno. E allora nascono le bande, i branchi, i grumi, nelle scuole come negli stadi,e ormai anche in politica. L’assenza di giudizio confonde, mescola, rende insopportabile la solitudine e a un tempo la moltiplica. Tutti in rete, dove ognuno è uguale all’altro nell’illusione di ritrovare se stesso, mentre non è che ?la più sfocata delle immagini di gruppo, irriconoscibile. Formare al disgusto ?per questa immagine - in ciò dovrebbe consistere la missione del lavoro intellettuale oggi, di cui quello politico ?si diceva fosse parte. Fino a quando esso invece ne sarà complice, continuerà ad esservi spazio perfino per neo-nazisti ?in questa nostra Europa.