Ogni anno oltre mille studenti piemontesi partono per un viaggio studio nel luogo simbolo della Shoah. Ma la giunta regionale guidata dal leghista Cota, con il pretesto della crisi, ora ha tagliato i fondi all'ente che li organizza. Inevitabile? Mica tanto, visto che in altre regioni i soldi si trovano (Fps Media)

Studenti piemontesi, dimenticatevi il treno della memoria nel 2012. Quest'inverno a visitare il campo di sterminio di Auschwitz non ci andrà nessun giovane delle superiori di Torino e dintorni, o almeno nessuno partirà a spese della giunta regionale capitanata da Roberto Cota, uno degli enfant prodige della Lega. Il Piemonte ha deciso: in tempi di ristrettezze economiche bisogna fare delle scelte, e i 200mila euro che fino all'anno scorso venivano destinati con regolarità a Terra del Fuoco, l'associazione organizzatrice del viaggio per ricordare la Shoah, sono stati cancellati con un colpo di spugna da Michele Coppola, giovane assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili, già sfidante di Piero Fassino alla carica di sindaco di Torino.

La decisione si deve ai tagli in bilancio, ma ha mandato ugualmente su tutte le furie i rappresentanti di Terra del Fuoco, l'associazione che da sette anni porta in visita al campo di sterminio della località polacca ragazzi provenienti non solo dal Piemonte, ma da tutta Italia. "Siamo delusi" spiega il presidente Oliviero Alotto, "perché l'intervento riguarda 1200 ragazzi: se non si trovano altri fondi rimarranno a casa. In prospettiva, credo che 200 mila euro non siano veramente nulla: grazie anche a questi soldi riuscivamo a muovere migliaia di persone, chiedendo ai giovani di pagare una quota poco più che simbolica. È vero che c'è la crisi, ma per esempio la Puglia ha recentemente aumentato i suoi contributi e il Trentino sta lavorando a una convenzione triennale per dare continuità al progetto".

Il contributo della regione guidata da Nichi Vendola, infatti, è passato dai 100 mila del 2010 ai 159 stanziati ad agosto 2011, mentre Enrico Rossi, il governatore della Toscana, ha dichiarato più volte che "nessun risparmio verrà effettuato su iniziative come questa, anche in momenti di bilanci risicati". Venti diversi, quindi, da quelli che soffiano nel Piemonte governato dalla Lega.

Ad alimentare le polemiche ci ha pensato un'altra decisione, quasi contemporanea, dello stesso assessore Coppola, che ha destinato 50mila euro a finalità pressoché identiche, finanziando le attività del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale, un organismo pubblico che organizza attività simili a quelle dell'associazione, ma senza la stessa massiccia capacità di coinvolgimento. Se con Terra del Fuoco erano più di 1200 gli aderenti, con il Comitato negli anni scorsi le partenze verso Auschwitz, tutte rigorosamente in aereo, non superavano la sessantina. Calcolatrice alla mano, quindi, alla Regione il viaggio di una persona verso la Polonia costa circa 167 euro nel caso di Terra del Fuoco, ed esattamente cinque volte tanto con il Comitato. Certo, per un calcolo perfetto si dovrebbero conteggiare anche i contributi degli altri enti locali e quelli personali, ma il risultato finale non cambierebbe molto visto che il grosso dipende dalla regione.

Per il presidente Alotto però il problema non è il Comitato: "La contrapposizione con il Consiglio Regionale e il suo Comitato è artificiosa. Non ce l'abbiamo con loro, le nostre iniziative sono complementari e non alternative" e aggiunge: "Il Consiglio può continuare a proporre la sua iniziativa, finanziandola con i suoi fondi. La Giunta dovrebbe supportare la nostra attività, una di quelle che guardano maggiormente al lungo periodo e al lavoro sui ragazzi". Il tono è conciliante, ma le sue parole tracciano un solco ben preciso.

Decisamente meno accomodante è il presidente del Comitato Resistenza, nonché vicepresidente del Consiglio Regionale Roberto Placido, Pd. "Questa contrapposizione non esiste. Mi si vuole tirare in mezzo a un gioco che non mi riguarda. All'inizio ero quasi divertito da questa cosa, ora inizio ad essere seccato". Un atteggiamento comprensibile, anche perché come ogni bagarre che si rispetti, di mezzo c'è la politica. A difesa dei treni della memoria si sono mossi sindaci ed altri esponenti del territorio, molti dei quali del suo stesso partito, come il presidente del Consiglio Provinciale di Torino, Sergio Bisacca. Placido si è trovato, paradossalmente, accerchiato dal fuoco amico, dato che anche Terra del Fuoco è vicina alla sinistra, e in particolare all'area di Sel, movimento di cui fa parte uno dei fondatori dell'associazione.

A Roberto Placido il ruolo di moderno Malaussène non piace: "Il Comitato esiste da oltre 30 anni e non organizza "gite della memoria". Il nostro è un progetto che dura mesi (anche il Treno della memoria si articola però in più fasi, ndr), con tracce di approfondimento diverse ogni anno e impegna circa 1400 ragazzi provenienti da 87 scuole differenti: ci hanno accusato di portare ad Auschwitz poche decine di persone? La memoria per noi non si riduce solo al viaggio in Polonia. Facciamo visitare diverse mete, dagli altri campi di sterminio alle Fosse Ardeatine, dalle foibe alla Bosnia". E aggiunge: "C'è un pezzo di sinistra che ha perso di vista la realtà, anche alcuni dei miei. Guardano più al marketing e all'immagine che alla sostanza delle cose".

Il protagonista più tranquillo della pericolosa triangolazione sembra essere il giovane assessore Coppola, che spiega: "La situazione purtroppo è delicata, bisogna ridefinire priorità ed eccellenze, non è più il momento della distribuzione indiscriminata di risorse. Ma a chi ci accusa di trascurare la memoria rispondo che il Piemonte è la regione più impegnata nelle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità. E poi mi sembra che l'appoggio dato al Comitato parli da solo". "Da quest'impasse" prosegue Coppola "si può uscire solo tutti assieme, con il buon senso. Basterebbe uno sforzo da parte delle altre amministrazioni. Dei Comuni, ma anche della Provincia, che promuove i treni ma dà solo 10 mila euro, contributo risibile per un progetto che muove un milione di euro circa. Finora, inoltre, Terra del Fuoco non ha mai detto di essere disponibile ad accettare un finanziamento ridotto".

Nel pomeriggio di martedì 4 ottobre, una delegazione di Terra del Fuoco ha portato in Consiglio regionale una lettera-appello per salvare i treni della memoria, firmata da oltre quattromila persone, tra cui diversi intellettuali come Tullio Levi e Gustavo Zagrebelsky. Incontro cordiale ma che si è concluso con un niente di fatto, come spiega Oliviero Alotto: "Non c'è nessuna volontà di tornare indietro, nessun impegno concreto da parte della regione". E mentre l'assessore Coppola continua a sperare di mettere tutti allo stesso tavolo, i rapporti tra le due controparti continuano a raffreddarsi inesorabilmente. Intanto, per ora, l'unica certezza è che il treno della memoria è fermo alla stazione di partenza.