Piccolo viaggio tra i sedicenti Responsabili il giorno dopo il referendum: l'ex Idv canta vittoria, Pepe dà la colpa a Fukushima, Pionati se la prende con Casini, Sardelli insiste che non cambia nulla. Insomma, il luna park non si smentisce
Pionati? Contento! Scilipoti? Entusiasta. Tutti sul carro, la loro specialità. E che importa se ieri il carro era di Berlusconi e oggi è dei referendum: per i Responsabili l'importante è saltare rapidamente a bordo. E i commenti del giorno dopo sono in linea con la ragione sociale della Ditta.
La faccia di bronzo numero uno, naturalmente, è Domenico Scilipoti detto Mimmo, l'uomo simbolo dei Responsabili, c'è da capirlo, un anno fa raccoglieva le firme sul nucleare per Idv e Di Pietro, ora rivendica la coerenza: "Ho votato sì per acqua e nucleare, mi sono astenuto solo sul legittimo impedimento". E Silvio che gli ha regalato la popolarità? "Berlusconi non è finito, almeno non completamente". Ah, ecco. "Del resto", aggiunge, "al referendum ci sono andati anche gli italiani del centrodestra, ma si sono espressi solo sui quesiti, mica su Berlusconi".
Stessa musica da Mario Pepe, il deputato piccolo burattinaio dei Responsabili sacrificato dal Pdl si affida alla matematica: "Non credo che sia un referendum contro il governo", giura. "Gli italiani sono andati a votare mossi dalla paura di Fukushima e da quesiti sull'acqua posti in maniera impropria. Nessun problema per il governo e per Berlusconi. Si va avanti finché ce la maggioranza, non servono alleanze se si hanno i numeri".
E i numeri ci sono? Silvano Moffa, la colomba, è al solito più prudente: «Bisogna tener conto di questo responso netto e rispettare la volontà dei cittadini. Ma che non si strumentalizzi, non è un referendum politico e non devono chiedere le dimissioni del premier. Certo il governo deve capire e dare delle risposte, in termini di riforma fiscale, del welfare e anche della giustizia. Riforme di spessore e i prossimi giorni saranno decisivi per capire se si potranno fare".
«Sarebbe sbagliato sottovalutare il risultato del voto» cinguetta Pionati. "Ora tutto dipende dalla capacità di reazione e di innovazione del presidente Berlusconi, che deve afferrare il toro per le corna e rifondare il centrodestra con uomini, alleanza e programmi nuovi". E già che c'è arriva il calcetto: "Casini ha poco da gioire, spieghi meglio l'esito del referendum al dottor Caltagirone".
Nessun problema, nemmeno per il capogruppo uscente Luciano Sardelli, il canzoniere della compagnia: "Qui non cambia nulla, le elezioni politiche ci saranno tra due anni. Il voto dei referendum è stato un voto mosso dall'angoscia per il nucleare, poi uno va a votare e vota tutto e a dire il vero io mi preoccupo sempre quando tutti pensano alla stessa maniera, di solito è segno che non si pensa un granché".