Wikileaks

Berlusconi spiato dagli Usa, Barack Obama firma una legge sulla privacy dei paesi 'amici'

di Stefania Maurizi   25 febbraio 2016

  • linkedintwitterfacebook

In seguito agli scandali e all'imbarazzo diplomatico dei governi alleati, la Casa Bianca approva una norma che estende la protezione della privacy "non solo ai cittadini americani ma anche a quelli stranieri" dei Paesi alleati. Potranno fare causa al governo Usa se i loro dati saranno svelati in modo illegale

Dopo gli scandali, l'imbarazzo diplomatico e le accuse da parte dei governi alleati di aver spiato presidenti, ministri e intere nazioni, il presidente Barack Obama ha firmato una legge per fornire garanzie alla privacy dei cittadini dei paesi amici. Il passo potrebbe essere simbolico – solo per cercare di tamponare uno scandalo che sta seriamente minando la reputazione di Obama a fine mandato – o può essere di sostanza. E' ancora presto per dirlo, ma sicuramente è un segnale.
Reazioni
WikiLeaks, scoppia il caso politico-diplomatico Renzi: "Pronti a passi necessari con gli Usa"
23/2/2016

Sì, perché quando tre anni fa scoppiò il caso Nsa, Edward Snowden stesso dichiarò che se era grave la violazione della privacy dei cittadini americani da parte della Nsa, era comunque poco rispetto a come venivano trattato i cittadini dei paesi stranieri, che non godono neppure di quelle protezioni minime che la Costituzione e le leggi Usa assicurano al popolo americano.

La decisione di Obama è anche un tentativo di arginare lo scandalo in vista di cruciali accordi commerciali come il TTIP, il trattato di libero scambio Europa-Usa, e il Tisa (Trade on Services Agreement): due trattati in corso di negoziazione in cui il problema della tutela dei dati è fondamentale, come già rivelato dall'Espresso, perché nell'economia del 21esimo secolo, i servizi vengono sempre di più forniti all'utente per via elettronica e quindi le restrizioni sul libero flusso dei dati vengono viste come una barriera al “libero commercio”.
Esclusivo
Così la Nsa spiava il governo di Silvio Berlusconi: "Le parole non bastano più"
23/2/2016

La scelta di firmare una legge per estendere alcune protezioni della privacy ai cittadini dei paesi alleati può essere anche un modo per strizzare l'occhio all'Europa, dopo che la sua corte di Giustizia ha dichiarato invalido il “Safe Harbour”, il trattato che regola il trasferimento di dati dall'Ue agli Usa, una decisione bomba, che richiederà di definire tutto un nuovo quadro di regole sulla privacy.

Insomma, rimane da vedere quanto la legge firmata ieri dal presidente Obama per garantire i cittadini dei paesi amici sia davvero un cambio di passo epocale, o piuttosto una strategia politica: un cambiamento “cosmetico” di superfice per cercare di mettere fine a uno scandalo che non accenna a placarsi, con rivelazioni imbarazzanti e pesanti che potrebbero ancora emergere, considerando il numero di file di Edward Snowden che potrebbero essere ancora pubblicati.