L'Espresso in edicola da domenica 17 febbraio ha chiesto a quattro intellettuali di scrivere una missiva al prossimo segretario dem. E online chiediamo anche a voi di inviare un messaggio. Ecco l'intervento della scrittrice vincitrice del premio Strega

Comincio dall’anno passato girando il Paese al traino del mio ultimo libro, dove inaspettatamente mi è capitato di parlare con uomini e donne del suo partito. Non importa se erano al governo di un comune o lo avevano perso alle amministrative, tutti vedevano addensarsi il cataclisma. Dopo le elezioni, quelle conversazioni presero i toni del rapporto del soldato abbandonato sulla Muraglia a difendere la posizione o aspettare un messaggio dell’Imperatore che non arrivava. Confesso che mi colpì trovarmi investita di quei puntuali e accorati resoconti. Pensai che se ero io, una scrittrice, una cittadina senza affiliazioni partitiche, l’interlocutrice scelta, quelle donne e quegli uomini e, con essi, il partito nel suo insieme, doveva essere pervaso di una sfiducia logorante.

PARTECIPA Lascia il tuo messaggio al prossimo leader del Pd

Credo le converrebbe ascoltare questi uomini e queste donne che si trovano nelle ex roccaforti rosse, nelle enclave circondate dai territori leghisti, nei comuni del cratere terremotato, nelle zone difficili e in quelle un tempo ricche, insomma un po’ ovunque. Non lo penso solo perché da un “partito democratico” auspicherei uno sforzo di democraticità a cominciare dal suo interno. Penso che sarebbe lei ad aver bisogno di raccogliere quelle esperienze poiché le servirebbe il coraggio di esporsi a un principio di realtà non mitigato. A partire da qui sarebbe necessario prendere atto che se esiste un’area vasta dove una politica inclusiva viene ancora praticata, questa si situa fuori dell’orizzonte dei partiti.

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Caro Pd, ti scrivo: invia il tuo messaggio al prossimo segretario dem
14/2/2019
Aprirsi al mondo delle associazioni laiche e cattoliche che si occupano di equità sociale, ambiente, migranti, donne, anziani, diritti civili, disabilità, cultura, scuola. Forse non verrà sempre ricevuto a braccia aperte, perché queste realtà difendono a tutt’oggi un tessuto vivibile e solidale, mentre il Pd le considerava marginali.

"Ripartire dal basso” non dovrebbe più indicare una blanda cooptazione, quando invece la crisi delle democrazie rappresentative è epocale. Bisogna ripensare i rapporti tra alto e basso, centro e periferia, la forma-partito com’è stata tramandata. La attende un compito lungo e difficile per cui le faccio molti auguri, senza tacerle un dispiacere. Non c’è una candidata che abbia delle chance alle primarie.
La lettera
"Il Pd ha abbandonato i poveri. E ora per sopravvivere deve rischiare tutto"
19/2/2019

Per contro c’è un governo che attenta ai diritti e obiettivi di parità di genere, coerente con la sua agenda reazionaria. Quanto ancora le donne in Italia dovranno aspettare il progresso per cui un partito progressista si decida a scegliere una donna per rappresentarle?