Definito l'evento che chiuderà la "campagna elettorale" delle Sardine: «Sarà una manifestazione di arte e cultura» spiegano gli organizzatori. Sul sito dell'Espresso, ogni giorno una puntata de "Il Paese delle Sardine". Un diario di viaggio con in anteprima notizie, eventi, storie e retroscena delle Sardine che stanno contagiando le piazze

Ci saranno gli Skiantos e l’ex ministro Fabrizio Barca, economista e portavoce del Forum Disuguaglianze diversità, i Subsonica e Patrizio Roversi, Pif e gli Afterhours, la Bella Ciao ritmata dei Modena city ramblers e quella struggente dei Marlene Kuntz. L’ospite a sorpresa è il rapper Marracash, da settimane in testa alle classifiche con Persona. E poi: Malavoglia; Altre di B; Contaminazione in cucina -  Mario Ferrara;  Joycut; Rumba de bodas; Moni Ovadia e Matilda de Angelis; Casa del vento; Bandabardò; Sandro Ruotolo; Terzo Segreto di Satira; Vasco Brondi; Vicini d’Istanti; Afterhours; Subsonica; Willie Peyote.

È la scaletta definitiva e ancora riservata del concerto di domenica 19 gennaio a Bologna. Le Sardine lavorano senza sosta. Sarà la chiusura della loro campagna elettorale, quella a cui non hanno partecipato con una lista, ma solo come, hanno sempre sostenuto, da “risvegliatori di coscienza”. Domenica pomeriggio le sardine tornato a casa, si raduneranno di fronte a un palco in piazza VIII Agosto e daranno vita “a una grande festa regionale della democrazia, dell’arte, della musica e del pensiero”.

Il Paese delle sardine
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Andrea Garreffa, 32 anni, è uno dei fondatori e ricorda benissimo l’inizio, due mesi fa: “All'inizio fu un pranzo con Mattia e Roberto e poi arrivò la cena con Giulia. Non fu un vero atto di fondazione. Fu la condivisione di un'idea, fu un giorno come tanti, furono un paio di pasti in compagnia, furono l'azzardo di credere che oltre a uno spazio fisico, la piazza, si potesse colmare e sanare un vuoto di immaginazione”.

Ma il futuro va oltre la piazza di Bologna: “Le sardine sono un'idea che ora cammina sulle gambe di molte persone”.

Guida ambientale escursionistica e specializzato nel creare e guidare tour in bicicletta da corsa in tutta Europa e non solo: “Nel 2015 ho pedalato attraverso tutta l'America Centrale, da Cancùn a Panama. Sulla strada incontrai Ovidio, un contadino guatemalteco. Grazie a lui sono tornato in Italia e a lui ho dedicato un piccolo libro e con il ricavato l'ho aiutato a costruire una casa per sé e la sua famiglia”. Ma tornando a domenica spiega: “L’idea è nata sempre da noi quattro, motivati dal desiderio di rendere omaggio alla città e alla regione nella quale viviamo. Abbiamo scelto l’arte come elemento attorno al quale stringerci in vista di un appuntamento fortemente divisivo come quello delle elezioni. Crediamo che, indipendentemente dalle bandiere di cui ci vestiamo, l’arte appartenga a tutti e che sia una sfera di cui prendersi grande cura se si intende immaginare il futuro. Essendo di tutti, l’arte può anche essere intesa come sinonimo di partecipazione, indispensabile nelle piazze come nelle urne e dunque pilastro del vivere civile”.

“A ben guardare la politica – continua - è essa stessa un’arte e come tale va esercitata e praticata ogni giorno, sia da chi si propone di governare che da chi, votando, si propone pienamente nel ruolo di cittadino. Non possiamo sperare che l’arte sia di qualità se non la coltiviamo, se non investiamo in cultura. La piazza del 19 gennaio sarà questo: una manifestazione di arte e cultura”.

L'appuntamento di domenica è stato finanziato con un crowdfounding lanciato nella rete. Sul palco non solo artisti, ma anche volontariato, tematiche come violenza contro le donne e l'immigrazione. Più che un evento, è l’embrione di un programma politico. Qualcosa in cui credere.