Bruxelles come laboratorio per costruire un nuovo Movimento 5 stelle, lontano da quello attuale che sostiene il governo Conte e ormai punta ad una alleanza stabile solo con il Partito democratico. Un laboratorio che potrebbe sorprendere molti che danno per certa la fuoriuscita dai grillini di un nutrito gruppo guidato a Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio in direzione centrodestra: perché l’esperimento che a breve potrebbe avviarsi nell’Europarlamento non prevede una virata a destra (guardando quindi alla Lega in Italia) ma punta invece all’ingresso nel gruppo dei Verdi Ue di alcuni Pentastellati, o ex se saranno messi nel frattempo alla porta dal Movimento, per costruire un nuovo partito a trazione ambientalista.
Lo scontro interno al gruppo parlamentare dei 5 stelle potrebbe accelerare qualcosa che fino a qualche giorno fa era soltanto una idea, un progetto embrionale. Ad accendere la miccia dentro il gruppo grillino a Bruxelles, l’ennesima a dir la verità, è stato il voto sulla Pac: la politica agricola comune.
Cinque deputati grillini hanno votato insieme ai Verdi contro il piano presentato in aula dalla maggioranza, in dissenso dal gruppo che ha invece votato a favore insieme ai liberali, al Ppe e ai socialisti e democratici. I cinque che hanno votato contro sono Ignazio Corrao, Laura Ferrara, Rosa D’Amato, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini. E contro di loro si è subito scagliata la capo delegazione Tiziana Beghin, che li ha deferiti ai probiviri auspicandone l’espulsione e parlando allo stesso tempo di “scissione da evitare”. «Trovo un po' ipocrita da parte della capo delegazione - ha replicato l’eurodeputata Evi - rivendicare prima il deferimento sui social e poi fare un appello all’unità. Non sapevo inoltre che secondo la capo delegazione Beghin ci sarebbero negoziati molto stretti aperti con socialisti e liberali di Renew Europe per entrare nel loro gruppo. Io di questo non sapevo niente, pur essendo membro della delegazione. Così come altri colleghi sono rimasta sorpresa».
Ed è proprio questa la partita. Gli eurodeputati che hanno votato no alla Pac puntano ad entrare nei Verdi europei. Guardando anche al futuro. Da tempo il dialogo con il copresidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo Philippe Lamberts è avviato. E a guidare il dialogo è l’eurodeputato 5 stelle Corrao. Tra i cinque deputati grillini, adesso deferiti, si guarda ai Verdi europei anche per costruire, in caso di scissione del Movimento, un percorso su temi ambientalisti e iniziare così a lavorare da Bruxelles ad una rete di associazioni nel Paese, a partire dai ragazzi di Friday for future, per mettere in piedi una nuova rete. “Rimettiamo al centro alcuni temi che erano alla base del Movimento 5 stelle” - dicono da questo fronte - d’altronde come possiamo pensare di votare una Pac che ancora una volta aiuta le grandi industrie alimentari e gli allevamenti intensivi? Ma noi non siamo nati per ostacolare tutto questo?”.
Dietro tutto questo gran lavoro sotto traccia c’è chiaramente la benedizione di Alessandro Di Battista che non a caso, ultimamente, parla spesso di “servizio civile ambientale” come uno dei temi da rimettere al centro dell’agenda del Movimento.
Insomma, non è per nulla scontato che una scissione del Movimento possa portare l’area di Casaleggio e Di Battista verso destra. Anzi, l’obiettivo sembra invece quello di ripartire dai temi ambientali con un aggancio a Bruxelles nel gruppo dei Verdi. Non a caso lo stesso Lamberts si è detto molto contento del voto di alcuni 5 stelle contro la Pac: «Nella delegazione M5S al Parlamento Europeo ci sono alcune persone che sono molto vicine ai Verdi e altre che lo sono meno - ha detto Lamberts all’Adnkronos - per capire chi siano quelli più vicini agli ecologisti, tuttora privi di membri italiani a Bruxelles, basta vedere i voti sulla Pac. E se alcuni prenderanno le distanze dal M5s vedremo che cosa si può fare». Nei colloqui tra Verdi e M5S, ha aggiunto Lamberts, «per il momento non ci sono novità. Osservo quello che succede nei Cinquestelle e constato che su un voto molto importante per la transizione ecologica si sono divisi». Da Bruxelles potrebbe nascere un nuovo Movimento e il laboratorio sembra davvero iniziato.