Il ministro Francesco Lollobrigida commenta di "non aver visto" le immagini dell'italiana portata in catene in tribunale in Ungheria. Mentre il ministro degli Esteri replica pacato che "mi sembra si sia ecceduto" e l'ambasciata si attiva solo dopo un anno e le polemiche dei giorni scorsi. Le opposizioni attaccano: "La premier non vuole litigare con l'amico Orban?"

L'attenzione della destra per gli italiani trattenuti all'estero, famosi il caso dei due marò contesi con l'India, si è esaurita. Il governo Meloni sul caso di Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in un carcere ungherese e ripresa con manette a polsi e caviglie e una catena legata alla vita a mo' di guinzaglio nel Tribunale di Budapest, non indignano, non scaldano gli animi dei patrioti. 

 

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, interpellato dai cronisti a Montecitorio, dice non sapere: «Non ho visto le immagini. Non commento cose che non ho visto». «Questa volta mi sembra che si sia ecceduto», ha ribadito cauto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio Anch'io. «Non si può intercedere sul processo. Noi possiamo soltanto fare delle proteste per quanto riguarda il trattamento del detenuto», ha aggiunto nel primo pomeriggio lasciando palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri. Intanto tutte le opposizioni (Pd, M5S, Avs, Azione, Più Europa e Iv) chiedono alla premier Giorgia Meloni (a oggi silente sul caso) di intervenire in aula. Un'informativa urgente alla quale si è anche associata Forza Italia. E subito dopo anche la Lega. «Sembra che finalmente gli amichetti italiani di Orban si siano accorti della vergogna del regime ungherese» ha commentato il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. «Il padre ha raccontato che non è la prima volta che succede e che in tutti questi mesi non c'è stata nessuna reazione né nessuna iniziativa da parte del nostro ambasciatore. Ci aspettiamo che la Farnesina intervenga per mettere fine a questo comportamento che riteniamo inaccettabile. E continuiamo ad aspettare che Giorgia Meloni dica qualche parola e magari, visti gli ottimi rapporti, che faccia una telefonata al suo amico Orban».

 

«Meloni chiami Orban, gli dimostri tutto lo sdegno e riporti Ilaria Salis in Italia» è invece l'intervento in aula del deputato Pd Giuseppe Provenzano: «Mi dispiace che un ministro della Repubblica abbia dichiarato di non aver visto quelle immagini. Sono immagini che stanno scandalizzando tutta Europa ma non il governo italiano. Un trattamento che in Italia nemmeno al 41 bis». Per Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera: «La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli di Orban».

 

Più duro il segretario di +Europa Riccardo Magi: «Il ministro Lollobrigida non ha visto le immagini di Ilaria Salis e quindi non può commentare. Probabilmente il ministro dell’Agricoltura si è messo due fette di salame ungherese e non Made in Italy sugli occhi, visto che non riesce a vedere le violazioni dello Stato di Diritto e dei più basilari diritti dei detenuti da parte del suo amico Orban nei confronti di una cittadina italiana. E forse Lollobrigida è così impegnato a difendere gli agricoltori che bloccano le autostrade da non ricordare che proprio lui chiese l’applicazione della direttiva europea sulla presunzione di innocenza che oggi l’Ungheria sta violando in maniera palese e plateale e che dovrebbe prevedere proprio le garanzie per le persone sottoposte a processo». 

 

Mentre Enrico Costa, deputato di Azione, rilancia: «Il Governo italiano chieda all'Ue l'apertura di una procedura urgente per violazione della direttiva 343/2016 sulla presunzione di innocenza, che vieta il ricorso a misure di coercizione fisica in Tribunale. Sarebbe grave se la reazione dell'Italia fosse soft per non indispettire l'amico Orban». 

 

L'ambasciatore d'Italia in Ungheria, Manuel Jacoangeli, si recherà oggi pomeriggio dal Ministro della Giustizia del governo ungherese per affrontare il caso. Ad annunciarlo gli avvocati italiani della donna che assieme al padre, Roberto Salis, hanno avuto oggi un incontro con Jacoangeli e il console onorario d'Italia a Budapest. Salis, insegnante 39enne di Monza, è stata arrestata lo scorso 11 febbraio, nel finesettimana del cosiddetto 'Giorno dell'onore', celebrazione della resistenza dei soldati nazisti ungheresi contro l'Armata Rossa. Salis si trovava lì insieme ad altri attivisti per partecipare a una contro manifestazione, durante la quale, secondo l'accusa, avrebbe aggredito fisicamente un gruppo di neonazisti. Per le vittime della presunta aggressione, che pure non hanno mai sporto denuncia, è stata fatta una prognosi dai 6 agli 8 giorni, abbastanza da far rischiare a Salis fino a 24 anni di carcere. L'attivista, assistita dagli avvocati Eugenio Losco, Mauro Straini e György Magyar, si è dichiarata 'non colpevole'. La donna ha inoltre contestato l'impossibilità di visionare le prove su cui si basano le accuse, ovvero le immagini delle telecamere di sorveglianza, e la mancata traduzione degli atti in inglese e italiano.