Per fare chiarezza l’ad Sergio colpisce (a caso) la giornalista di “Che sarà” per il suo post su Facebook. E la credibilità di questa azienda continua a perdere pezzi

Deve esserci un piano nascosto, un pensiero profondo mascherato da un brutale quanto superficiale agire sconnesso da parte di questa dirigenza Rai. Perché altrimenti non si spiega il gocciolare continuo ai fini di un'erosione definitiva di quello che dovrebbe ancora chiamarsi servizio pubblico. Proprio non si spiega altrimenti l'ennesimo atto scomposto di Roberto Sergio, l'amministratore delegato che annuncia l'apertura di un provvedimento contro Serena Bortone. Poi specifica: «È una lettera di contestazione, non un provvedimento disciplinare». Ah beh. 

 

La "colpa" di Bortone è l’aver pubblicato un post su Facebook. Un post. Su un social. In cui esprimeva l'inevitabile preoccupazione dopo essersi vista bloccare l'ospitata di Antonio Scurati, peraltro già annunciata nella pubblicità del suo programma, “Che sarà”. 

 

Difficile comprendere queste mosse di azzardo puro della Rai, carta vince carta perde, quando si vede avvicinarsi pericolosamente il muro contro cui lo schianto appare inevitabile. Praticamente, in breve sintesi, un intero Paese ha assistito alla censura di uno scrittore avvenuta per motivi apparentemente economici, una presidente del consiglio ha pubblicato in un post (mannaggia ai social verrebbe da dire) il monologo incriminato denunciando al contempo il caro prezzo richiesto da Scurati. Lo sdegno generale prende il sopravvento, il monologo sul 25 aprile viene letto da chiunque in qualunque altra rete, il programma della Bortone fa il pieno di ascolti e il mistero si infittisce. Non è vero che è stata una questione di soldi, non è vero che è stata presa una decisione dall'alto, la colpa è di Corsini, no la colpa è di nessuno, come un copione scritto dal primo Omero che passa. E arriva l'impegno ufficiale del cosiddetto provvedimento per fare chiarezza. Peccato che alla fine sia arrivato il colpo da maestro del situazionismo che sta attraversando questo Paese:  come sottolineato da Daniele Macheda, segretario Usigrai: «I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata». Serena Bortone infatti diventa colei che ha danneggiato la Rai. Lei. Non questa sequenza impietosa di mosse a caso, agitazioni improbabili sul nulla, l'impegno certosino a creare inutili fuochi su cui soffiare  senza nessun bisogno. 
 

 

Talmente surreale che il dg di viale Mazzini Rossi in audizione in Commissione di Vigilanza chiede «a tutti una collaborazione responsabile e costruttiva affinché non si smetta mai di sentire come nostro, prezioso e nazionale il patrimonio Rai, tutelandolo e rifuggendo sempre ogni azione distruttiva, autodistruttiva e denigratoria». Un invito che avrebbe dovuto rivolgere alla dirigenza tutta di questa azienda che a ogni mossa (loro) realmente autodistruttiva perde un pezzo, di credibilità, di dignità. Rai, di tutto? No, di meno.