Politica
22 ottobre, 2025L'ex ministro della Cultura e oggi corrispondente Rai correrà per il Consiglio regionale: "Ne ho parlato con La Russa e Arianna Meloni. A Fico ho detto: 'Sarò la tua medicina amara'"
Gennaro Sangiuliano scioglie la riserva e annuncia la sua candidatura alle elezioni regionali in Campania. Qualche giorno fa, in un’intervista a Il Foglio, aveva garantito che non avrebbe corso per un posto in Consiglio regionale. Anche se, aveva aggiunto, “è vero che me lo chiedono tutti, i napoletani, gli amici di FdI, del centrodestra. Ci tengo a dire, e non per vantarmi — aveva aggiunto — che secondo alcuni sondaggi anche l’elettorato del Pd sarebbe pronto a votarmi”. Poi, un post su Instagram — con un elenco delle cose “fatte per la Campania” — aveva tutto il sapore di una discesa in campo.
Poi si sono rincorse voci e dichiarazioni di big del centrodestra. Fino a oggi — 22 ottobre — in cui l’ex ministro della Cultura, e oggi corrispondente Rai da Parigi, scioglie la riserva in un’intervista con il Corriere della Sera: “Ho accettato l’invito che mi è venuto dai vertici di Fratelli d’Italia: guiderò la lista al Consiglio regionale della Campania”.
“La cosa ha iniziato a prendere forma la scorsa primavera — spiega —. Ne ho parlato con persone a me particolarmente amiche: Giovanni Donzelli, Ignazio La Russa e Arianna Meloni. E ne ho discusso anche con il candidato governatore del centrodestra, Edmondo Cirielli, che stimo molto”. A margine dei Dialoghi Mediterranei che si sono tenuti a Napoli, Cirielli aveva sottolineato come Sangiuliano fosse “un amico” e una “persona di grande qualità” che “ha il diritto di essere candidato”.
Le indiscrezioni sulla sua discesa in campo negli scorsi giorni hanno fatto protestare l’Usigrai, il principale sindacato Rai, che il 13 ottobre ha diffuso un duro comunicato: il servizio pubblico “non è un tram da cui si scende e si sale a piacimento”. “Mi sono già difeso citando l’articolo 51 della Costituzione: la partecipazione alla vita politica è un diritto democratico — spiega oggi al Corriere della Sera —. In Rai ci sono stati molti colleghi che hanno fatto politica: Badaloni, Marrazzo, Giulietti, Ravaglioli, genero di Andreotti… Tutte persone di valore. Forse perché sono di destra non dovrei avere questo diritto? Ma non voglio fare polemica: ci sono le leggi, e si applicano”.
Sono “tante”, sostiene Sangiuliano, le persone che gli sono state vicino in questi mesi, dopo le dimissioni dal ministero della Cultura a seguito del caso Boccia. “Giuseppe Conte e Andrea Orlando, per esempio. Poi Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, a cui voglio molto bene. E persino Marco Travaglio è stato solidale”. E Giorgia Meloni? “Nessuna freddezza. Ora che ho deciso mi ha detto: 'In bocca al lupo, fai le cose per bene'”.
Annuncia poi — ma non c’entra con le elezioni campane — di star “scrivendo due libri: l’ampliamento della biografia di Trump e poi quella su Erdogan”. Poi, un’amicizia inaspettata: “A Parigi, il politico con cui ho legato di più è Mélenchon: gli ho regalato pure le mie cravatte rosse. Ci troviamo d’accordo sull’analisi critica della globalizzazione”.
Parentesi francese a parte, uno degli aspetti da tenere d’occhio in questa campagna elettorale sarà il “derby” con Maria Rosaria Boccia, che invece correrà con la lista del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. “Non dico nulla — glissa Sangiuliano —. Ho molta fiducia nella magistratura italiana”.
Poi, un ultimo passaggio sul candidato del centrosinistra, Roberto Fico: con lui, racconta l’ex ministro, “ho parlato a lungo alla cerimonia dello scioglimento del sangue di San Gennaro, ero accanto a lui. Mi ha chiesto: ‘Allora vieni in Regione?’. Gli ho risposto: ‘Può darsi…’. ‘Ma farai il bravo?’. E io: ‘Sarò la tua medicina amara’. Più parla Fico, più cresce il consenso per Cirielli”.
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