Politica
18 novembre, 2025La fantapolitica del leader di Azione, che per gioco compone la sua "maggioranza di persone ragionevoli". Poi ribadisce (seriamente): "Resto al centro e in un'area liberale, dove mi hanno messo gli elettori"
Il regno è quello della fantapolitica, del gioco più che della politica vera e propria. Ma Carlo Calenda un’idea di “dream team” ce l’ha. Lo chiama “governo di buon senso” e ne farebbero parte — in fondo, è un idea che ripete spesso — personalità di destra e di sinistra. La premessa da cui parte il leader di Azione è che bisogna "comporre una maggioranza di persone ragionevoli. Che ci sono in Italia, e sono tante e che non sono solo da un lato”, dice a Mattino 5.
I nomi? Partiamo dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che per Calenda “sarebbe una straordinaria ministra degli Esteri”, perché “fa bene tutte le attività internazionali”. Guido Crosetto è un "ottimo ministro della Difesa; Marco Minniti, di centrosinistra, è stato il miglior ministro degli Interni e oggi abbiamo un problema di microcriminalità grande come una casa; Giancarlo Giorgetti è un bravo ministro delle Finanze”. Ma c’è anche l’ex sindaco di Bergamo e attuale parlamentare Pd Giorgio Gori, che “sarebbe uno straordinario ministro dello Sviluppo economico”, laddove “Urso è un’incapace totale”. E il presidente del Consiglio?
“C’era un’area centrale che ha fatto grande questo Paese, di buonsenso, di buon governo, di moderazione, che non urlava — e qui si esce dalla fantapolitica e si torna a posizioni espresse spesso da Calenda —. Noi facciamo così. Sono all'opposizione, ma se Meloni presenta un provvedimento condivisibile, lo votiamo o proponiamo un'altra cosa. Vorrei che Azione metta insieme i partiti che non ci sono più, i liberali, la Dc, i repubblicani. Serve un'area di buonsenso e ragionevolezza che sia forte abbastanza per rompere questi schieramenti”.
In questi mesi, si è anche parlato di un possibile supporto di Azione qualora altri alleati del centrodestra, a partire dalla Lega, non dovessero supportare il governo in alcuni passaggi chiave, come quello del supporto all’Ucraina. Un sostegno all’esecutivo se il Carroccio dovesse uscirne? “Purtroppo non ho i numeri in Parlamento, un pezzo se li è fregati Renzi. Ma non lo farei perché sono stato eletto con 2,4 milioni di voti e l'8% degli italiani mi ha messo al centro, in un'area liberale. Lì rimarrò fino alle prossime elezioni per rispetto nei loro confronti" altrimenti "la gente non capisce più niente”, conclude Calenda.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Divide et impera - cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 14 novembre, è disponibile in edicola e in app



