Politica
20 novembre, 2025Il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti intervistato da Emilio Carelli alla festa per i 70 anni del nostro settimanale
Il Ponte sullo Stretto è al centro del dibattito politico, ed è stato al centro anche dell’intervento alla festa de L’Espresso del viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, intervistato dal direttore Emilio Carelli. “Il governo aspetta il responso della Corte dei conti. Io non credo sia un tema di tenuta del Ponte. Dobbiamo investire sul futuro, le opere pubbliche servono alle future generazioni — ha spiegato Rixi —. Spingiamo il Paese in avanti e la Corte non può decidere sul futuro del Paese. Collegare la Sicilia incrementerà i passeggeri, ridurrà i tempi di percorrenza: un’opera così conveniente in termini di costi-benefici non esiste. L’Italia deve credere nel Sud, è un problema di varie strutture dello Stato, bisogna farlo per attirare investimenti stranieri”.
Un altro passaggio è stato sulla riforma portuale. Per il viceministro, “bisogna iniziare a creare nuovi strumenti per un mondo che è cambiato. Il nostro sistema industriale non riesce a crescere. Il nostro Paese fino a oggi è stato continentale, non ha guardato alla sua marittimità. Noi abbiamo necessità di investire sul Mediterraneo, che gestisce oltre il 23% delle merci globali — ha sottolineato —. Abbiamo bisogno di unità di coordinamento che possano parlare con un sistema marittimo che sta cambiando rapidamente. Con questa legge possiamo modernizzare tutte le commodities e possiamo investire all’estero con partnership con Paesi terzi”.
Per quanto riguarda le autostrade, “siamo sull’approvazione del nuovo Pef, abbiamo bisogno di sterilizzare gli aumenti, per non creare una spirale inflattiva. Il 54% della rete autostradale — ha specificato — è stato fatto negli anni ’60, stiamo discutendo con fondi privati per trovare un punto di equilibrio rispetto alle loro esigenze di remunerazione”.
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