Politica
23 dicembre, 2025La manovra non rifinanzia l'unica forma di flessibilità di uscita dal lavoro pensata specificatamente per le donne, ma già negli ultimi anni Meloni l'aveva resa molto più stringente e meno attraente: nel 2022 ne hanno beneficiato 24 mila, nel 2024 quasi 5 mila
Opzione donna, addio. Lo strumento di pre-pensionamento pensato esclusivamente per le donne e introdotto nel 2004 quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi viene eliminato del tutto dalla manovra. Negli anni, soprattutto negli ultimi, era stato fortemente limitato da norme sempre più stringenti. Fino a oggi, con il ri-finanziamento escluso dalla legge di Bilancio in discussione in Parlamento.
Sia Lega che Fratelli d’Italia hanno tentato tramite emendamenti di riesumare Opzione donna ma entrambi i partiti si sono dovuti scontrare con la mancanza di coperture. Il Carroccio proponeva di prorogare la misura così com’era stata rimodulata negli scorsi anni - accessibile a partire dai 61 anni di età (con una riduzione di un anno per ciascun figlio), con almeno 35 anni di contributi, e riservata esclusivamente a determinate categorie di lavoratrici: caregiver, invalide, licenziate o impiegate in aziende in crisi - mentre la FdI puntava a eliminare il riferimento alle aziende in crisi e ad ampliare la platea, includendo le donne disoccupate che, nei tre anni precedenti la perdita del lavoro, abbiano svolto almeno diciotto mesi di lavoro dipendente e abbiano già esaurito la Naspi.
Se in questi vent’anni ne hanno beneficiato 190 mila lavoratrici, va detto che negli ultimi anni Opzione donna era diventato uno strumento residuale. Anche perché ritenuto da molti poco attraente. Basta osservare i numeri: si è passati dal 2022, con 24 mila pensionate, alle quasi 5 mila dello scorso anno. Da quando Meloni è arrivata a Palazzo Chigi, è stata alzata l’età pensionabile da 58 a 61 anni, con le finestre di 12 e 18 mesi per dipendenti e autonome ma ristrette per poche categorie. Successivamente, la platea è stata nuovamente ristretta a poche categorie: caregiver, lavoratrici con invalidità pari almeno al 74% e donne licenziate, ma esclusivamente se provenienti da aziende con tavoli di crisi aperti e attivi presso il ministero.
Anche su Opzione donna le opposizioni sono passate all’attacco. "Già nel testo base erano previsti l'innalzamento dell'età pensionabile e la cancellazione di Opzione donna. Nel corso dell’esame - ha detto ieri il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia - in Commissione si sono aggiunti il taglio delle risorse per la previdenza dei lavoratori usuranti, la riduzione del fondo per i lavoratori precoci e l'introduzione di un meccanismo di adesione obbligatoria alla previdenza complementare per i neoassunti e per chi cambia lavoro”.
"Avevate promesso di superare la Fornero e siete riusciti a fare peggio - ha attaccato Anna Maria Furlan di Italia Viva -. Avete allungato l'accesso alla pensione, tagliato le pensioni anticipate, penalizzato i lavoratori precoci e i lavori usuranti e cancellato Opzione Donna. Le promesse della campagna elettorale vanificate, fate cassa con le pensioni".
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