Politica
23 dicembre, 2025La legge di Bilancio è pronta per essere approvata dal Senato, per poi passare alla Camera dove dovrebbe ricevere l'ok il 30 dicembre. Ma all'ultimo l'ennesimo dietrofront, con alcuni provvedimenti stralciati dal maxi-emendamento. Le opposizioni attaccano
Che il percorso della manovra sia stato - anzi, sia ancora - “tortuoso” l’ha ammesso anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, alla vigilia dell’approvazione in Senato - l’ok di Palazzo Madama è atteso per oggi - ha rivendicato la legge di Bilancio, la quarta del governo Meloni, rimandando al mittente le accuse di austerità che gli sono state mosse. “La nostra prudenza non è affatto stagnante - dice alle opposizioni, citando Battisti - e della nostra prudenza beneficeranno i governi del futuro, anche rivolgendosi alle opposizioni”.
Ma quella di ieri si è trasformata in un’altra giornata ad alta intensità, con il dietrofront all’ultimo su alcune norme già approvate dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama e poi stralciate. Questa mattina sarà formalizzato il nuovo (e definitivo) maxi-emendamento del governo che dovrebbe incassare il via libera dell’Aula del Senato per poi passare alla Camera, dove la votazione finale è attesa per il 30 dicembre.
La norma più contestata è quella cosiddetta “salva-imprenditori” che, come scrivono oggi diversi giornali, sarebbe stata stoppata direttamente dal Quirinale. Il sub-emendamento di Fratelli d’Italia, riproposto dopo essere stato avanzato (e poi stralciato) quest’estate nel decreto Ilva, estentava l’imprenditore condannato da un giudice per aver sottopagato i lavoratori dal versamento delle “differenze contributive e retributive” nel caso si siano comunque attenuti agli standard di alcuni contratti collettivi.
Ma non è l’unica norma stralciata - ce ne sono altre quattro - dopo la riunione serale in commissione Bilancio di Palazzo Madama di Giorgetti con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e i gruppi parlamentari riuniti. Dal testo della manovra è stato eliminato anche il provvedimento sulle cosiddette “porte girevoli” nella pubblica amministrazione. La disposizione avrebbe accorciato da tre anni a uno il periodo di raffreddamento necessario per assumere incarichi dirigenziali nel settore privato dopo aver ricoperto ruoli apicali nella Pa nello stesso ambito. Accantonata inoltre la misura che, in senso opposto, prevedeva la possibilità di derogare al divieto di accesso alla pubblica amministrazione, per incarichi commissariali, straordinari o temporanei, da parte di soggetti provenienti da enti di diritto privato o finanziati dalla medesima amministrazione. Nel testo poi non è presente la misura riguardante lo spoil system per le Authority.
A questo punto la manovra è pronta per essere approvata? Il condizionale è d’obbligo, ma Palazzo Madama dovrebbe dare il suo via libera oggi in mattinata.
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