Politica
24 luglio, 2025Gli unici voti contrari sono stati quelli dei membri laici di centrodestra, che ieri hanno disertato la seduta facendo venir meno - volontariamente - il numero legale. Il Guardasigilli aveva detto di "non escludere valutazioni" sul magistrato che l'aveva criticato
Dopo il rinvio per due volte di ieri - 23 luglio - per mancanza del numero legale, il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha approvato a maggioranza la pratica a tutela del sostituto procuratore della Cassazione Raffaele Piccirillo che, negli scorsi giorni, era stato attaccato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per un’intervista critica rilasciata sul caso Almasri. I voti contrari sono stati cinque, quelli dei membri laici del centrodestra Aimi, Bertolini, Bianchini, Eccher e Giuffrè. I togati, invece, hanno votato pressoché compattamente a difesa del proprio collega. L’unica astenuta è stata Bernadette Nicotra, che non aveva firmato la richiesta di apertura della pratica a tutela. Ieri erano stati proprio gli esponenti del centrodestra, dello stesso colore politico del Guardasigilli, a impedire – volontariamente – lo svolgimento della seduta. Oggi, pur disertando il dibattito, si sono presentati, esprimendo il loro voto contrario. Alla base della nuova decisione ci sarebbe la volontà di non far saltare il voto anche su altre delibere.
"Da Nordio parole gravi"
"Il Consiglio superiore della magistratura rileva la gravità delle affermazioni rese dal ministro della Giustizia, per il loro potenziale impatto sulla fiducia dei cittadini nella funzione giudiziaria – si legge nella delibera del Csm –; ritiene che esse siano idonee a condizionare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione e afferma, pertanto, la necessità, nell'ambito dei propri compiti costituzionali, di tutelare il prestigio dell'ordine giudiziario, rinnovando il richiamo al rispetto dei principi di autonomia, indipendenza e leale collaborazione tra i poteri dello Stato”.
Cosa è successo tra Piccirillo e Nordio
In un colloquio con Repubblica, il procuratore Piccirillo aveva sostenuto che “non vi fossero valide ragioni giuridiche per non convalidare l’arresto e non” consegnare Almasri “alla Corte penale internazionale”, come invece sostenuto da Nordio. Il ministro, per il magistrato, “non poteva nemmeno mettere in dubbio la giurisdizione della Corte che – laddove fosse stata messa in discussione dall’arrestato – avrebbe dovuto essere stabilita dalla stessa Corte penale internazionale. In buona sostanza, le giustificazioni offerte in occasione dell’informativa del ministro Nordio al Parlamento del febbraio scorso sono prive di fondamento giuridico”.
Parole che avevano scatenato la reazione del Guardasigilli, che lo scorso 18 luglio aveva minacciato che le parole di Piccirillo potrebbero “essere oggetto di valutazione, ma tanto – aveva aggiunto, intervenendo all'evento Parlate di mafia, organizzato dai gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia al Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Roma – sappiamo benissimo che tutti i precedenti che abbiamo avuto, anche abbastanza gravi, sono finiti nella giurisdizione domestica della sezione disciplinare del Csm, che è composta da persone che sono elette da quelle che devono essere giudicate”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Ma che caldo fa - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì primo agosto, è disponibile in edicola e in app