Politica
2 agosto, 2025Oltre a Paolo Bolognesi, anche Elly Schlein si rivolge alla premier: "Il governo legga le sentenze". E Conte accusa: "Basta con le mezze verità"
A 45 anni esatti dalla Strage di Bologna, in cui persero la vita 85 persone e ne rimasero ferite 200, le cause della tragedia sono ormai chiare, ma non tutti vogliono ammetterlo. O almeno, questo è quello che sembrano voler dire le opposizioni quando attaccano la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per aver parlato di terrorismo feroce, di pagina buia della storia d'Italia, di tutto, ma mai di neofascismo. Nonostante, tra l'altro, le recenti sentenze della magistratura: ultima, quella della Corte di Cassazione, che nel confermare l'ergastolo per il quinto esecutore materiale, Paolo Bellini, ha ribadito la matrice neofascista e piduista dell'eccidio.
"Il 2 agosto di 45 anni fa il popolo italiano ha vissuto una delle pagine più buie della sua storia. Il terrorismo ha colpito con tutta la sua ferocia la città di Bologna, con un attentato che ha disintegrato la stazione, uccidendo 85 persone e ferendone oltre duecento. Oggi ci stringiamo ai familiari delle vittime e a tutti i bolognesi, e ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia", ha commentato Meloni durante la commemorazione.
La dichiarazione ha immediatamente scatenato polemiche. Una prima risposta arriva da Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, che si rivolge direttamente alla premier per criticare la sua scelta di non parlare di fascismo. "Presidente Meloni, condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici". Per poi, ancora dal palco in stazione, ribadire con forza che non si tratta di un elemento che può essere omesso: "Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare".
Critico verso la premier anche il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che nel rivolgere il pensiero "ai familiari delle vittime che non si sono mai arresi nel percorso che ha portato ad accertare la verità, storica e giudiziaria", ha anche ripetuto sui social quanto sostenuto dai giudici di terzo grado: "È stata una strage realizzata da neofascisti, con il complice tradimento di apparati dello Stato, ideata dai vertici della P2". Da qui, l'attacco implicito a Giorgia Meloni, che avrebbe contribuito a diffondere soltanto delle "mezze verità" sulla strage: "Coloro che rappresentano ai vari livelli le istituzioni dovrebbero adoperarsi - di fronte a questo e ad altri passaggi tragici della vita del Paese - per evitare che continuino ad essere diffuse mezze verità, racconti di comodo, ricostruzioni incerte. Il modo migliore per onorare le vittime è fare tutto il possibile perché si faccia giustizia e si racconti la verità sui momenti più tragici della storia d'Italia".
"Sono passati 45 anni e quello che dicono i familiari delle vittime è dentro alle sentenze, di cui appunto bisogna assicurare la pubblicazione, per cui invito tutti a leggere quelle sentenze, anche chi governa", ha poi affermato la segretaria del Pd, Elly Schlein, al termine della cerimonia. Una dichiarazione non casuale, che arriva in risposta alle parole della ministra dell'Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha detto di non condividere le posizioni dell'associazione familiari delle vittime e del presidente uscente, Paolo Bolognesi. Nonostante fossero posizioni condivise anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "La strage di Bologna ha impresso sull'identità dell'Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Il diritto alle vacanze - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 15 agosto, è disponibile in edicola e in app