Se in Calabria il centrosinistra è riuscito a trovare facilmente una quadra e convergere sul nome di Pasquale Tridico, in Puglia le trattative per le prossime elezioni regionali sono più complicate. Ieri - 22 agosto - il candidato favorito, Antonio Decaro, ha rotto il silenzio e si è detto disponibile a scendere in campo a patto, ha aggiunto, di essere un “presidente libero” e “non a metà”. Il braccio di ferro è tutto intorno all’ipotesi che anche il governatore uscente, Michele Emiliano, e il suo predecessore, Nichi Vendola, si candidino in Consiglio regionale; ipotesi che Decaro, che oggi è europarlamentare del Pd ma che per anni è stato sindaco di Bari, vorrebbe evitare. Entrambi non sembrano intenzionati a fare un passo indietro, ed Emiliano l’ha ribadito ieri in un’intervista a Repubblica: “È un mio diritto costituzionale”.

Oggi nel dibattito entra il coportavoce di Avs, Nicola Fratoianni: “Le liste di Avs le decide Avs. Non Antonio Decaro”, spiega a Repubblica. “Decaro sarebbe un ottimo candidato per la Puglia - ha continuato - ma non capisco da cosa vuole essere libero. Dal trasformismo che ha segnato in lungo e largo alcune delle stagioni più recenti di governo della Puglia? Allora Avs è la migliore garanzia”.

“Questa discussione non esiste e nessuno può pensare di esternarla in questi termini. Nessuno all’interno della coalizione può dire, in casa altrui, chi candidare e chi no. Soprattutto se si tratta di una figura importante come Vendola. È ridicolo e inaccettabile”. Fratoianni ha poi aggiunto: “Il candidato presidente è il presidente ma non è il sultano. Non fa politica da solo. Indica delle priorità programmatiche e poi si misura con la coalizione”. Poi una stilettata: “Nessuno è insostituibile. Non capisco perché Decaro in questo momento stia dicendo di non essere in grado di governare liberamente, si sta infliggendo un’autopunizione”.