Politica
23 settembre, 2025La proposta del leader della Lega dopo i disordini avvenuti durante lo sciopero generale per Gaza potrebbe scontrarsi con i diritti sanciti dalla Costituzione
Matteo Salvini aveva predetto una “bassa partecipazione”, ma i numeri dello sciopero generale per Gaza di ieri — 22 settembre — smentiscono le previsioni del leader della Lega: mezzo milione le persone scese in piazza e manifestazioni in oltre 80 città. La più grande mobilitazione in Italia pro-Palestina, tuttavia, è stata oscurata dagli scontri che si sono verificati in particolare a Milano. Almeno, su questo si concentrano le reazioni degli esponenti del centrodestra. Nel capoluogo lombardo ci sono stati cinque fermi, tra cui due minori. Diversi i feriti tra le forze dell'ordine.
La proposta di Salvini e i dubbi costituzionali
Salvini ha sfruttato subito le violenze non solo per provare a delegittimare le proteste di piazza, ma anche per lanciare un’ultima proposta restrittiva sugli scioperi. “Chiederemo — ha detto in un punto stampa — una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni, in caso di danni pagheranno di tasca loro”. Il leader del Carroccio ha parlato esplicitamente di “criminali, teppisti e delinquenti”, sottolineando come “sono lavoratori anche gli italiani rimasti a piedi, e le decine di poliziotti feriti”.
Restano i punti interrogativi di una proposta che inciderebbe sui paletti costituzionali a garanzia della libertà di protesta. In particolare, potrebbe intaccare alcuni articoli della Carta, come il 17esimo (diritto di riunione) e il 21esimo (libertà di espressione).
Salvini contro il diritto di sciopero
Non è la prima volta che Salvini si scaglia contro il diritto di sciopero. Da ministro, ha usato con particolare disinvoltura lo strumento della precettazione per frenare le giornate di mobilitazione convocate nel settore di sua competenza, quello dei trasporti. Per lo stop dello sciopero dello scorso dicembre organizzato dall’Usb — l’Unione sindacale di base che ieri ha convocato le piazze per Gaza — ha perso di fronte al Tar, che ha condannato il ministero di Porta Pia a pagare le spese legali al sindacato.
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