L'allarme contro il calo delle nascite: serve preservare la fertilità maschile congelando il seme da giovani. Palmieri (Sia): “I tempi sono maturi per creare una grande banca nazionale dei gameti, sia maschili che femminili”

Congelare il seme per combattere la denatalità: l’appello degli andrologi italiani

In un’Italia che fa i conti con una natalità ai minimi storici, gli andrologi propongono una rivoluzione silenziosa, ma potentissima: preservare la fertilità maschile congelando il seme in età giovanile, quando è ancora sano e vitale. L’appello arriva dalla Società italiana di andrologia (Sia), in occasione degli Stati Generali della Prevenzione aperti oggi - 16 giugno - a Napoli.

Denatalità record e paternità tardiva: il quadro preoccupante

Nel 2024 sono nati solo 370mila bambini, circa 10mila in meno rispetto all’anno precedente. Il dato conferma un trend negativo che rischia di compromettere il futuro demografico del Paese. A pesare, anche il crescente ritardo nella paternità: gli italiani diventano papà per la prima volta in media a 35 anni, risultando i più “anziani” d’Europa secondo i dati Istat. “Il tempo è nemico della fertilità maschile. Già dai 34 anni in su, aumentano i danni al Dna dello sperma, che possono ostacolare il concepimento o comportare rischi genetici per i figli”, avverte il presidente della Sia, Alessandro Palmieri.

Congelare il seme: un cambio di paradigma per proteggere la fertilità

La proposta della Sia è chiara: non basta più prevenire l’infertilità, bisogna agire in anticipo, quando si è ancora fertili. Come? Attraverso la crioconservazione del seme: in altri termini, congelando lo sperma attraverso apposite procedure biomediche  che ne permettano la conservazione della vitalità ela conservazione all’interno di biobanche,  una pratica sicura ed efficace che consente di posticipare la paternità senza rinunciare alla possibilità di avere figli sani.

 

“In Italia, però, non esiste ancora una banca nazionale del seme. Attualmente, la crioconservazione è disponibile solo in alcune strutture pubbliche di Procreazione medicalmente assistita, mentre sono numerose le banche private, spesso costose e inaccessibili a molti”, spiega Palmieri. La richiesta alla politica: rendere il servizio gratuito e disponibile nel Ssn. Da qui l’appello degli andrologi italiani: inserire la conservazione del seme tra le prestazioni offerte dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), garantendo equità e accesso universale a un’opportunità che può fare la differenza nella vita di molti uomini. Conclude Palmieri: “I tempi sono maturi per creare una grande banca nazionale dei gameti, sia maschili che femminili. Solo così potremo davvero offrire ai giovani italiani una scelta concreta contro la denatalità, senza dover rinunciare alla genitorialità in futuro”.


 

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