Televisione
16 ottobre, 2025E mentre si spendono milioni per produzioni esterne, la Rai chiude le seconde serate culturali che funzionavano
L’autunno televisivo di Rai2 è iniziato con un suono secco: quello del flop. Gli ascolti delle prime serate sono crollati già dopo le prime settimane e la rete appare smarrita, schiacciata da scelte editoriali discutibili e da una gestione che sembra aver perso il senso della propria missione di servizio pubblico.
Il caso più clamoroso è "Freeze – Chi sta fermo vince", affidato a Nicola Savino. Un programma prodotto da una società esterna, la Fremantle, con costi relativi molto più alti rispetto ad una produzione interna Rai. Doveva essere la scommessa dell’anno, il format leggero capace di unire ironia e ritmo, ma si è rivelato un tonfo fragoroso. La puntata del 14 ottobre ha registrato poco più di 450 mila spettatori, con lo share al 2,9%. Nemmeno la simpatia del conduttore ha potuto salvare un’idea fredda, costruita più per esigenze produttive che per intuizione editoriale.
Non è andata meglio a "BellaMa di sera", il talk di Pierluigi Diaco che ha chiuso i battenti in anticipo, sempre per bassi ascolti. Due programmi nati con ambizioni da “rilancio di rete” e finiti per mostrare il contrario: un canale in difficoltà, che non trova più né tono né pubblico. Ascolti in discesa anche per "Un boss in incognito", quest’anno condotto da Elettra Lamborghini.
Ma il vero errore Rai non è solo nei flop, bensì nella strategia. Per finanziare prime serate costose, prodotte spesso da società esterne, sono state tagliate le seconde serate più identitarie e divulgative. Tra queste, anche quella del professor Vincenzo Schettini, che riusciva a parlare di fisica e conoscenza con un linguaggio accessibile ai giovani. Un esperimento di servizio pubblico riuscito che però non ha avuto seguito.
La conseguenza è evidente: Rai2 ha sacrificato ciò che la rendeva diversa, per inseguire un intrattenimento indistinto che non premia né negli ascolti né nella reputazione. Ora a Viale Mazzini si parla di un possibile ripensamento: un fronte interno spinge per riaprire le seconde serate nella prossima stagione, con spazi di approfondimento e contenuti più solidi. Un’ammissione implicita che il modello attuale — pochi show esterni e molti tagli — non ha funzionato.
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