Televisione
14 settembre, 2025Le tensioni già affiorano e non si esclude che vengano sollevate questioni di responsabilità diretta nei confronti di reti, direzioni e figure chiave
La stagione in corso rischia di diventare un passaggio traumatico per la Rai: Mediaset ha preso il largo, e i numeri certificano un distacco che, solo pochi mesi fa, sembrava impensabile. Il 27 settembre il Consiglio d’amministrazione sarà chiamato a fare chiarezza, ma il clima a Viale Mazzini è già tesissimo.
I numeri del sorpasso
Secondo quanto risulta dai dati sulla stagione in corso aggiornati a venerdì 12 settembre - e che siamo in grado di rivelare - Mediaset ha superato abbondantemente la Rai, consolidando un sorpasso che non è più episodico ma ormai strutturale. Il confronto tra i principali gruppi televisivi è chiaro:
- Mediaset: 38,5% di share,
- Rai: 33,2%,
- Discovery: 10,1%,
- Sky: 7,6%,
- Cairo: 4,4%.
A pesare è anche la classifica dei singoli canali, dove Canale 5 supera Rai1, con un 17% netto di share contro il 16,5% della rete ammiraglia del servizio pubblico. Seguono:
- Rai3: 6%,
- Rete4: 5,7%,
- Italia1: 4,9%,
- Raidue: 4,6%,
- La7: 3,8%.
La preoccupazione dei vertici Rai
A Viale Mazzini c'è malcontento perché questi numeri rischiano di far perdere alla Rai la storica "centralità" che ha sempre avuto nel panorama mediatico (e politico) italiano. Fonti interne parlano di vertici "molto preoccupati" dal quadro che sta emergendo. La linea scelta da viale Mazzini della prudenza sembra non reggere più, soprattutto di fronte alla strategia aggressiva portata avanti da Cologno Monzese.
La strategia del Biscione
Dall’altra parte, Mediaset non solo non ha rallentato, ma ha intensificato la pressione. Nessuna tregua estiva: programmazione pensata al dettaglio, volti forti rimasti in onda, reality, show e repliche calibrate sul pubblico stagionale. Mentre la Rai sembrava gestire l’estate col pilota automatico, il Biscione ha lavorato per occupare tutto lo spazio disponibile. Viale Mazzini ha continuato a predicare cautela verso la concorrenza, ma Mediaset non ha ricambiato, anzi: ha rilanciato su tutta la linea. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Il confronto Gerry Scotty-De Martino
Particolarmente amaro, in casa Rai, è il sorpasso ormai consolidato di Gerry Scotti su Stefano De Martino nel preserale. De Martino era stato scelto come simbolo di una nuova generazione, chiamato a traghettare l’offerta Rai verso un pubblico più giovane. Ma la sfida con un veterano come Scotti si sta risolvendo a favore di quest’ultimo. Una battuta d’arresto che pesa, anche a livello simbolico.
In crisi anche l'informazione
Non meno rilevanti sono le difficoltà dell'informazione. Il nuovo Tg2 non sta funzionando come previsto e il tentativo di rilanciare Tg2 Post non sta dando i risultati sperati. La Rai puntava a rinnovare e rafforzare il suo secondo telegiornale, ma il pubblico ha risposto con indifferenza. I dati restano bassi. Un altro fronte critico, insomma. Tutti questi elementi confluiranno nel Consiglio d’amministrazione del 27 settembre, in cui si discuteranno i dati complessivi della stagione. Sarà un passaggio cruciale, forse anche uno spartiacque. Le tensioni già affiorano, e non si esclude che vengano sollevate questioni di responsabilità diretta nei confronti di reti, direzioni e figure chiave. Il distacco da Mediaset è ampio, documentato, e politicamente sensibile. Il 27 sarà il giorno dei conti. E dopo, nulla sarà più come prima.
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