Nell'ultima serata del Festival di giornalismo, 'l'Espresso' ha incontrato gli aspiranti reporter di domani. Con l'impegno di valutare tutto quello che ci hanno detto

«Sì mamma, ho detto tutto: il mio curriculum, quello che vorrei fare. Mi hanno ascoltato e forse potrò scrivere su L'Espresso». L'aspirante giornalista numero 27 ha da poco usato i suoi tre minuti per provare a diventare un collaboratore del nostro sito (nell'incontro organizzato al festival di Perugia) e ora rassicura i suoi, a casa.

Fuori dall'hotel Brufani di Perugia gli ambulanti smontano i banchi del mercatino antiquario: è sera e la nuvolaglia continua a stazionare nel cielo dell'Umbria. Dentro, nella sala de' Priori, ci sono ancora una trentina di aspiranti giornalisti che cercano di incuriosire Bruno Manfellotto, il direttore dell'Espresso, e Alessandro Gilioli, caporedattore del sito.

L'incontro è cominciato alla stessa ora della conferenza di Travaglio e Gomez su Mani Pulite e della conferenza stampa di Michele Santoro sui pregi del "servizio pubblico". A quelle conferenze tanti curiosi, ma quasi tutti dai 40 anni in su. Qui 'da noi' un centinaio di giovani, proprio tutti giovani, che inseguono un sogno: fare i giornalisti, sul serio.

C'è chi ha già fatto un tirocinio negli Stati Uniti; chi esce dalla Bocconi o dalla Luiss con un master di gran peso; chi sta facendo la gavetta in una piccola cronaca locale. Sono siciliani, campani, pugliesi, toscani, lombardi, veneti, piemontesi. C'è tutta l'Italia. È come se i ragazzi che hanno ambizioni di scrivere e raccontare questo nostro mondo attuale così incasinato da drammi sociali e crisi economica si fossero dati appuntamento qui. E tutti sanno, sulla loro pelle, quanto sia difficile proporsi di fare il giornalista in un tempo in cui la carta stampata soffre come non mai, e internet non riesce ancora a dare pane per campare con questo mestiere antico e impietoso. Loro sono qui con tante idee, usano miriadi di parole inglesi legate al web e alle declinazioni tecnologico-giornalistiche, sperando di far fronte a un universo «a volte becero» di opinion-leader che ripetono, anche sui giornali, i luoghi comuni della tv generalista.

Tutti conoscono L'Espresso, qualcuno azzarda ì suggerimenti per migliorarlo, tanto nell'edizione cartacea quanto nel sito. Molti chiedono di puntare sulle video-inchieste, altri sul sociale, sul precariato, sui problemi dei giovani in generale.

Verso le nove di sera, quando le altre conferenze sono concluse da un pezzo, qui si è ancora a raccontarsi e a prendere appunti. Tutti poi lasciano il loro curriculum con la scheda delle proposte. E alla fine, ognuno torna ai suoi impegni o ai suoi sogni.

'L'Espresso' ringrazia tutti quelli che hanno partecipato all'incontro di Perugia. Da mercoledì iniziamo a studiare le carte che ci avete dato e le cose che ci avete detto.