Antologia delle dichiarazioni dell’ex capogruppo di Sel. Fino a poco fa inflessibile oppositore di Renzi. Oggi pronto ?a farsi piacere? il nuovo corso ?del Pd. Per entrare ?al governo o fare magari il sindaco ?di Napoli

Le scelte di Marchionne sono immorali: diritti dei lavoratori stracciati a Pomigliano, Mirafiori, Melfi, Termini Imerese e Irisbus, discriminazioni, insofferenza per le regole, abbandono dell’Italia.Noi ci candidiamo a governare in alternativa ai cantori del Marchionnismo, alcuni dei quali non pentiti, da Casini al precipitoso Renzi, ansioso di accreditarsi verso i potenti». Così parlò Gennaro Migliore, allora membro della segreteria di Sel, il 15 settembre 2012. E non pareva proprio un fan di Renzi, accusato di usare il “manuale di vecchia politica”: «L’abbiamo visto entusiasta per Marchionne, poi per la Fornero: dovrebbe imparare a dire la verità e riconoscere che la coalizione in cui si candida è contro populismo e liberismo» (13-10-2012) anziché «difendere ottusamente la politica di cieca austerità» (3-11-2012).

Anche dopo le elezioni Migliore - promosso capogruppo di Sel alla Camera - attaccava Renzi un giorno sì e l’altro pure per la proposta di governare con il Pdl: «Un governo con Berlusconi metterebbe da parte tutto ciò che riguarda il Paese reale e ci porterebbe dritti nella situazione peggiore e meno auspicabile per il bene del Paese» (4-4-2013). Il 28 ottobre Gennarino apparve alla IV Leopolda renziana, ma solo per «combattere la destra» e «interrompere le larghe intese»: nessun’adesione al renzismo, anche se «la Leopolda mi ricorda il Social Forum». «A me invece un’assemblea di Confindustria», gli rispose Paolo Ferrero di Rifondazione. Migliore comunque riprese a cannoneggiare Matteo per il Patto del Nazareno e l’Italicum che «peggiora il Porcellum» (20-1-2014). Ergo «Renzi lo sbarramento lo troverà in Parlamento» (25-1).

E quando Renzi andò al governo al posto di Letta, si ritrovò di fronte un Migliore in gran forma: «Renzi punta tutto sulla comunicazione fuori dal Palazzo: mancano interi pezzi di strategia economica, gli esodati e i giovani senza reddito». Tetragono: «Non diamo la fiducia perché la maggior parte delle cose che dice saranno bloccate da Alfano. È un governo politico ma senza una politica chiara» (24-2). Roccioso: «Presidente Renzi, lei non potrebbe presentarsi in un mercato di Firenze con Alfano ma lo potrebbe fare con un uomo di Sel».

Pareva una sfida provocatoria, invece era un’autocandidatura. Ma vai a sospettarlo: nel dibattito sull’Italicum, Migliore presentò una mozione per la cancellazione totale dell’Italicum (5-3), «legge maleodorante che impesterà tutto il Paese» (12-3). Un mese dopo “Repubblica” ipotizzò una scissione filorenziana da Sel capitanata da Migliore. Ma lui vergò con la capogruppo al Senato Loredana De Petris una smentita vibrante di sdegno: «Fantomatiche scissioni destituite di fondamento. Sel ha votato compatta contro il Def in linea con la nostra opposizione al governo Renzi. Ogni illazione retroscenistica sulle geometrie variabili a sostegno del governo è falsa» (18-4).

Infatti, appena Renzi stravince le Europee, Migliore si dimette da capogruppo di Sel (18-6) e poi da Sel (19-6) perché «bisogna interloquire sempre più efficacemente col governo Renzi» e «approfondire il dialogo verso Sud e verso sinistra». Magari per fare il sindaco di Napoli? «Ne sarei onorato». Entrare al governo? «In questo momento non sarei nella posizione di accettare» (20-6). Ecco: il momento. Però entra in maggioranza fondando Led (Libertà e Diritti) per «costruire una parte della sinistra nel rapporto più stretto possibile con il Pd», e poi «è finito il tempo dei micropartiti» (19-10). Quando la Cgil porta un milione di lavoratori in piazza contro Renzi, Gennarino non ha dubbi: «Come Led abbiamo aderito alla manifestazione Cgil», quella che grida “Renzi vaffanculo”, però «in questa fase delicata di transizione è giusto essere con Matteo alla Leopolda» (25-10). Ecco: la fase delicata. Del resto «ho già organizzato la Fonderia delle Idee» e qualche manifestante potrebbe mandarcelo, in fonderia. Meglio i tavoli della Leopolda dove «mi trovo a mio agio», nella speranza che arrivino pure le sedie. Sono sempre i Migliore quelli che se ne vanno.