Da quando esiste l’Europa unita l’Italia ha sborsato 3 miliardi e mezzo di euro di multe per le norme violate. Tutte per colpa dei vari premier e ?ministri. Perché non introdurre anche per loro la responsabilità civile?

Chi sbaglia paga», annuncia trionfante Matteo Renzi presentando alla stampa le slide delle sue riforme della giustizia che, a parte quelle sul processo civile in forma di decreto, planeranno sul Parlamento a bordo di tanti disegni di legge per atterrare nel binario morto delle questioni “divisive” da non discutere nemmeno, per non offendere Berlusconi & Alfano. Il premier ce l’ha ovviamente con i magistrati che - a suo dire - oggi non pagherebbero i loro errori. Forse non sa che le toghe sorprese a delinquere finiscono in galera, diversamente dai parlamentari, coperti dallo scudo spaziale dell’immunità (appena regalata anche ai sindaci e consiglieri regionali che saranno nominati dalle Regioni nel nuovo Senato). C’è poi la responsabilità disciplinare, già sanzionata dal Csm. Quella civile - a cui si riferisce Renzi - riguarda i casi di “dolo e colpa grave”: quando cioè il magistrato sbaglia apposta, oppure è così insipiente da ignorare la legge o una prova macroscopica a discarico (ma anche a carico) dell’imputato. Casi comunque rarissimi, su milioni di processi celebrati ogni anno.

Domanda: e la responsabilità civile dei politici? Sarebbe una riforma interessante, anche se presupporrebbe che il tacchino si gettasse spontaneamente nella padella. Da anni, per esempio, lorsignori la menano con le multe europee allo Stato italiano per le galere sovraffollate: la colpa grave, anzi il dolo, è dei governi e dei parlamenti che si succedono da decenni e si guardano bene dal costruire nuove carceri. Eppure le multe le pagano i cittadini con le tasse. In politica, chi sbaglia non paga e mette in conto a noi. Altro esempio: a fine luglio la Cassazione ha dato ragione ad Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, sequestrata nel 2013 con la figlioletta di sei anni dalla polizia italiana, che le rinchiuse in un Cie e infine le fece deportare in patria, dove scattarono le manette. «Il trattenimento illegittimo - scrive la Suprema Corte - determina il diritto al risarcimento del danno per la materiale privazione della libertà personale». Ora i legali della donna preparano una mega-causa per chiedere i danni materiali e morali al ministero dell’Interno, colpevole di un rimpatrio viziato da “manifesta illegittimità originaria”: mamma e figlia avevano le carte in regola per soggiornare in Italia, ma nessuno s’è dato pena di tradurre i documenti che lo comprovavano (passaporto diplomatico del Centrafrica e due permessi di soggiorno rilasciati da Gran Bretagna e Lettonia). Si spera che, nel governo del “chi sbaglia paga”, Renzi chieda al ministro dell’Interno Angelino Alfano di metter mano al portafogli per sborsare il risarcimento di tasca sua. O no?

Da quando esiste l’Europa unita, l’Italia ha scucito circa 3,5 miliardi di euro in multe per centinaia di violazioni di norme comunitarie. E vanta tuttora il record continentale delle procedure di infrazione: al momento ne pendono 120. Tutte per responsabilità dei premier, dei ministri e delle maggioranze che hanno calpestato leggi e ignorato direttive, raccomandazioni e sentenze delle Corti europee. Tutti casi di dolo e di colpa grave, visto che le procedure scattano dopo vari avvertimenti e messe in mora, seguiti da mesi o anni di inadempienze. Le materie sono le più diverse: dall’emergenza rifiuti (in Campania, ma anche a Roma) ai debiti dello Stato verso le imprese fornitrici, dai rimborsi dell’Iva alle aziende a diverse leggi vergogna dell’èra berlusconiana (dalla Gasparri in giù), dal trattamento dei disabili ai diritti dei consumatori, dalla messa in sicurezza delle scorie nucleari agli scempi dell’Ilva di Taranto coperti da tutti i governi di ogni colore dell’ultimo ventennio. Senza contare la mancata ratifica di trattati e convenzioni, regolarmente firmati e poi disattesi: la convenzione anticorruzione di Strasburgo, per dire, è lettera morta dal 1999. Mentre Renzi e il ministro Orlando approntano la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, facciano la cortesia: aggiungano tre paroline, “e dei politici”. I cittadini, sentitamente, ringrazieranno.