Tra i 3000 e i 5000 foreign fighter partiti per Siria e Iraq. Alcuni sono morti da kamikaze, altri sono tornati, invisibili agli inquirenti. E fanno paura all'intelligence della Ue. Che l'anno scorso aveva smantellato una cellula fondamentalista che preparava attacchi suicidi in Francia. Una prova generale di quanto accaduto il 13 novembre

Sono partiti dalle periferie della Francia, dell'Olanda, dell'Inghilterra, del Portogallo e della Germania per raggiungere la Siria o l'Iraq. Alcuni di loro si sono trasformati in uomini bomba sul campo di battaglia. Martiri per conto del Califfo e dello Stato islamico.

«Dieci attacchi suicidi sono stati perpetrati da cittadini tedeschi e inoltre, in almeno due casi, si presume che fossero tedeschi gli autori di alcune decapitazioni ordinate dell'Is». Lo scrivono gli investigatori dell'Europol nell'ultimo rapporto sul terrorismo in Europa. Il resoconto di un anno di indagini e operazioni anti terrore che mettono in luce un profondo radicamento del fondamentalismo islamico nei sobborghi dell'Unione Europea.

Nel cuore dell'Europa un piccolo esercito di giovani è pronto al martirio. I numeri indicati da Europol forniscono un quadro preoccuppante: nel 2010 sono stati 179 i fanatici religiosi arrestati, quattro anni dopo ben 395 sono finiti in carcere per legami con il terrorismo islamico. E nel 2015 la cifra, stando alle ultime operazioni, è destinata a salire.
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La maggior parte di queste indagini si è conclusa prima dell'attacco alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, il 7 gennaio scorso. E altro dato su cui riflettere è che la gran parte delle operazioni hanno riguardato proprio la Francia: nel 2014 si conta il numero più alto, ben 188 fermati sospettati di terrorismo. Un'attenzione investigativa che però non ha intimidito i fondamentalisti dello Stato islamico. Anzi, dopo quelle retate hanno avuto la forza di organizzare decine di commando che hanno messo a ferro e fuoco Parigi.

Prima la tragedia del 7 gennaio, e ora gli attacchi del 13 novembre. L'assalto alla fortezza Europa continua. La repressione finora non ha intimorito le cellule dell'Is. Il Califfato attrae, affascina e converte. Nel dossier di Europol viene evidenziato anche come molti giovani terroristi si siano radicalizzati nelle carceri. 

«La Francia ha visto un incremento dell'86 per cento del numero di individui che sono partiti per combattere in Siria e Iraq. Fino al 2014 sono stati contati tra i 3 mila e i 5 mila foreing figheters europei», si legge nel documento. E «sono in aumento anche i combattenti che stanno ritornando nei Paesi della Ue». Tra gli Stati citati come luoghi in cui rientrano i miliziani di Allah c'è l'Italia, oltre che il Regno Unito, la Francia e la Finlandia. Un viaggio di ritorno che allarma e non poco gli inquirenti. Chi è andato sul campo torna nei nostri Paesi con un addestramento militare e pronto a qualsiani azione.

C'è poi un fatto, citato nel rapporto Europol, molto significativo se riletto dopo le stragi del 13 novembre. Un attacco che, secondo autorevoli analisti, rappresenta un salto di qualità nella strategia dell'Is contro gli infedeli. «Nel mese di settembre 2014 è stata smantellata una cellula sospettata di aver commesso rapine a mano armata e di pianificare attacchi suicidi in Francia». Forse una prova generale del massacro realizzato 14 mesi più tardi.