New Jersey: dimissioni eccellenti per una storia ?di piccoli abusi e favori personali. Perché i corrotti sono ovunque, ma cambia il modo di combatterli
La catena di eventi che ha portato alle dimissioni di Jeff Simsek, amministratore delegato (Ad) della quarta compagnia aerea al mondo, comincia nel modo più improbabile: un ingorgo stradale. È il settembre 2013 e su un ponte che collega il New Jersey alla città di New York si forma una fila chilometrica per la chiusura di due corsie da parte dell’Anas locale.
In Italia sarebbe finito tutto lì, con qualche imprecazione contro le solite inefficienze della burocrazia. Non in America. Gli automobilisti imbufaliti chiedono spiegazione dell’assurda decisione e la risposta ufficiale (prove tecniche) non convince. Nei giornali locali non mollano, continuano ad investigare. Finché la verità emerge. Si è trattato di una rappresaglia contro il sindaco democratico della cittadina vicina al ponte, che non aveva sostenuto il governatore repubblicano Chris Christie nella sua campagna per la rielezione. A tutt’oggi non si sa se l’ordine sia partito dal governatore stesso o sia stato un eccesso di zelo dei suoi accoliti. Lo scandalo però è sufficiente per far cadere alcune teste, tra cui quella di David Samson governatore dei porti del New Jersey, cui risponde l’Anas locale. Le indagini si estendono anche ad altre decisioni prese da Samson, tra cui un accordo con United Airlines per l’aeroporto di Newark, di competenza dell’autorità portuale.
United voleva espandere la propria presenza a Newark ed in cambio chiedeva una riduzione dei costi di locazione. Secondo il “New York Times” in una cena tra Simsek e Samson, quest’ultimo avrebbe avanzato una condizione per l’accordo: che United ripristini un volo bisettimanale tra New York e Columbia (South Carolina), dove Samson possiede una seconda casa. “Casualmente” il volo viene ripristinato. Difficile dire se c’è stato un do ut des, ma il volo viene cancellato appena Samson si dimette.
L’Ad Simsek non è ancora stato incriminato, ma il consiglio di amministrazione di United, appena ricevuto la notizia delle indagini della magistratura, ha commissionato un’indagine interna indipendente alla fine della quale non solo Simsek, ma anche il numero due e tre della compagnia si sono dimessi.
In Italia questa vicenda fa quasi sorridere. Con i milioni di euro in tangenti del Mose, di Mafia Capitale, del centro accoglienza di Mineo, il “favore” fatto al governatore dei porti del New Jersey sembra una leggerezza, indegna di tanta attenzione mediatica, ancora meno di far cadere la testa di uno dei più importanti amministratori delegati d’America.
Ma proprio qui sta il punto. Nelle nazioni evolute ci si aspetta che il potere venga usato in modo imparziale e che tutti (anche i dirigenti apicali) siano soggetti alle stesse regole. In Italia no. Ci si aspetta che il potere sia usato per arricchire la famiglia e gli amici. Sono gli stessi amici e parenti ad essere delusi in caso contrario. I più non si indignano neppure perché (sotto sotto) sanno che farebbero lo stesso se potessero. Questa mancanza di indignazione favorisce l’impunità di chi usa il potere a fini personali.
Anche se l'ingorgo provocato in New Jersey e il volo ad personam possono sembrare sciocchezze, esse rappresentano una violazione di un principio che, se condonata, mina il principio stesso. Questo vale per il governatore, ma anche per l’amministratore delegato di United. Poco importa che abbia agito nell’interesse della sua società. Se i fatti sono andati come sembra, Simsek è corresponsabile di una condotta illecita. Era stato un bravo Ceo, ma questo non basta a giustificarlo. Ignorare una condotta illecita non solo avrebbe messo United in difficoltà con il governo americano, avrebbe anche minato la credibilità dell’Ad all’interno della società. Per non parlare del rischio che questo comportamento - se condonato - possa diffondersi all’interno della società. Per spiegare come l’esempio dei vertici sia fondamentale per gestire in modo corretto un’impresa gli americani usano l’espressione “tone at the top.” Il pesce - diremmo noi - comincia a puzzare dalla testa. Se non la tagli in tempo, marcisce tutto. Cosa aspettiamo ad applicare questo principio anche in Italia?