Una nuova tegola per il sottosegretario nel giorno in cui si sono decise le sue sorti politiche. Il suo storico socio Luigi Patimo, manager di una multinazionale spagnola, è stato arrestato come corruttore e su di lui pesa una seconda inchiesta dell'antimafia di Reggio Calabria. Iniziata quando era ancora in affari con Siri 

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Il sottosegretario della Lega Armando Siri indagato per corruzione, è fuori dal governo. Dopo un consiglio dei ministri durato due ore, il premier Giuseppe Conte ha imposto la linea della revoca. Ma su di lui nuove ombre. Nell'indagine sulla corruzione e i clan della procura di Milano emerge la figura di Luigi Patimo, il manager di Acciona, il colosso spagnolo delle infrastrutture. Si trova ai domiciliari con l'ipotesi di corruzione. Sia L'Espresso che il Libro Nero della Lega avevano già svelato i suoi rapporti con Siri, amico e socio, e una pesante indagine per corruzione a Reggio Calabria che coinvolge lui e uomini dei clan della 'ndrangheta. 

Quando è stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri aveva già alle spalle un patteggiamento per bancarotta fraudolenta. L’avevamo rivelato più di un anno fa. Alcune settimane prima delle elezioni che hanno portato al governo Lega e Movimento 5 Stelle. All’epoca i 5 stelle non si indignarono poi così tanto. Ne Il Libro Nero della Lega (Laterza) – un’inchiesta sul partito di Salvini durata due anni – vengono aggiunti ulteriori dettagli su quella vicenda. E si raccontano diversi altri punti oscuri nel curriculum del consigliere economico del vicepremier, il promotore della flat tax, finito sotto i riflettori nei giorni scorsi perché indagato con l’ipotesi di corruzione in un fascicolo che coinvolge l’ex parlamentare berlusconiano Paolo Arata, il re dell’eolico Vito Nicastri, prestanome del super latitante Matteo Messina Denaro.

Inchiesta
Le bugie di Armando Siri e quei legami della Lega con la famiglia Arata
19/4/2019
Siri non è solo il suggeritore fiscale di Salvini. Siri è il volto gentile della macchina salvininana. Ligure, ex giornalista, è stato il coordinatore dell’ultima campagna elettorale, il collettore di proposte, lamentele, richieste, l’organizzatore di contatti con ambasciate, il volto della Lega davanti a Mediobanca, l’organizzatore di viaggi negli Usa per incontrare Trump – per questo in contatto con Federico Arata, banchiere d’affari che collabora con Steve Bannon e figlio dell’ex parlamentare ora indagato. Siri fa parte della stretta cerchia dei fedelissimi di Salvini. Tiene i rapporti con i giornali, ha organizzato incontri riservati tra il leader e imprenditori importanti, tra cui Luigi Cremonini e Urbano Cairo.

Da Cremonini ha anche ricevuto una donazione personale da 15 mila euro, prima pubblicata e poi rimossa dalla dichiarazione patrimoniale obbligatoria per i parlamentari.

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Il passato, d’altronde, Siri cerca di non ricordarlo. Come si legge nella sentenza del tribunale di Milano pubblicata su Il Libro Nero della Lega, il dirigente leghista non solo ha fatto fallire la Mediatalia con oltre 1 milione di euro di debiti, ma ha creato altre due società con percorsi simili, cioè libri contabili trasferiti in Delaware, paradiso fiscale statunitense, e proprietà intestata a cittadini extracomunitari residenti in Italia. Con quella vicenda Siri ha chiuso con patteggiamento a 1 anno e 8 mesi. Il sottosegretario alle Infrastrutture ha però un’altra vicenda giudiziaria aperta, che non lo coinvolge direttamente ma potrebbe danneggiare un suo ex socio in affari: Luigi Patimo.

Ex molto recente: ben oltre la data della nomina istituzionale lui e Siri erano azionisti della Profilo Srl(avviata quattordici anni fa e chiusa dopo i nostri primi articoli sulla vicenda). Profilo è attiva ufficialmente nel commercio di abbigliamento per adulti e bambini. Di bilanci depositati alla Camera di commercio non c’è nemmeno l’ombra, nonostante l’impresa sia stata fondata oltre dieci anni fa.

Patimo è il responsabile per l’Italia della multinazionale Acciona, colosso spagnolo delle infrastrutture. Ed è incappato in una brutta storia giudiziaria. È indagato per corruzione dall’antimafia di Reggio Calabria insieme a Marcello Cammera, dirigente dei lavori pubblici nel capoluogo calabrese, imputato per concorso esterno alla ’ndrangheta nel processo Gotha.
Nel dibattimento che vede alla sbarra la zona grigia della mafia calabrese, impastata di massoneria e colletti bianchi, Patimo non è imputato, ma il filone che lo riguarda resta ancora aperto. Secondo i pubblici ministeri, che si sono avvalsi della collaborazione del nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio, il manager della multinazionale iberica è coinvolto in un caso di mazzette: avrebbe promesso al dirigente comunale in odore di clan (Cammera) assunzioni e consulenze. Storiaccia intricata, nella Calabria di oggi in cui la Lega ha collezionato un risultato che nessun padano avrebbe mai immaginato.

Profilo Srl non è la sola azienda in cui Siri e Patimo sono stati soci: hanno avuto affari comuni anche nella Top Fly Edizioni, una società in cui i due comparivano come azionisti e amministratori. Una volta usciti la Top Fly ha spostato la sede in Delaware, paradiso fiscale degli Stati Uniti. La sede avrà lo stesso indirizzo delle società coinvolte nella bancarotta del sottosegretario

Patimo è stato presente almeno a una delle cene di finanziamento della Lega organizzate da Siri, come abbiamo già scritto.

Quanto ha versato il manager della multinazionale nelle casse della Lega? Perché? Dove sono finiti quei soldi? Sei mesi fa abbiamo fatto queste domane a Patimo, a Siri e alla responsabile dell’uffi cio stampa della Lega, Iva Garibaldi. Da allora nessuno ci ha mai risposto.