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Troppe ore nei campi a 40 gradi: muore di caldo e fatica il bracciante Camara Fantamadi
Di ritorno dopo una giornata di lavoro, per sei euro all’ora, l‘uomo si è accasciato a terra esanime nel Brindisino. Lo stesso giorno un 35enne si è sentito male ed è deceduto mentre volantinava sotto al sole. Vittime dell’afa e delle condizioni di lavoro
Era stato per ore a lavorare nei campi, sotto il sole cocente e con temperature che hanno raggiunto i 40° gradi. Accaldato, aveva chiesto che gli venisse buttata dell’acqua sulla faccia e sulla testa, ma nessuno si era preoccupato più di tanto. Poi, finito il turno, il 27enne Camara Fantamadi ha inforcato la bicicletta per tornare dal fratello, ma non ci è arrivato. Sulla provinciale tra il quartiere La Rosa di Brindisi e la frazione di Tuturano, a un certo punto si è accostato sul ciglio della strada, è sceso dalla bici e si è accasciato sull’asfalto, colto da un malore. Forse un infarto. L’allarme e la richiesta di aiuto al 118 è stata lanciata da un automobilista, che ha visto il giovane per terra. Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare per i sanitari né per la polizia municipale giunta sul luogo, se non constatarne il decesso.
È successo il 24 giugno e non si sa ancora quale sia stata la causa del mancamento, ma si teme possa essere la conseguenza delle condizioni di lavoro proibitive. Il pubblico ministero Giovanni Marino ha disposto la restituzione della salma ai familiari, cioè al fratello, mentre è partita una colletta tra colleghi, amici e membri della comunità africana del posto per riportarlo nel suo paese d’origine, il Mali. Fantamadi era residente a Eboli e da pochi giorni era arrivato in Puglia, per stare con il fratello e per lavorare come bracciante nei campi, con una paga di sei euro all’ora.
Sempre nella giornata di ieri, 24 giugno, un’altra tragedia è avvenuta in Puglia. Il 35enne Antonio Valente stava distribuendo dei volantini a Galatina, in provincia di Lecce, quando si è sentito male. I soccorsi e il trasporto in ospedale sono stati vani, per via, a quanto sembra, di una possibile emorragia cerebrale dovuta alla prolungata esposizione al sole.
Solo pochi giorni fa, il 23 giugno, era avvenuto un altro incidente simile, questa volta a San Zenone, una frazione di Minerbe in provincia di Verona. Un bracciante 45enne si è sentito male nei campi per un colpo di calore. In quel caso, però, i soccorsi lo hanno trasportato in codice rosso all’ospedale di Legnago, dove si è ripreso.
Proprio il 22 giugno, il sindaco di Nardò (provincia di Lecce) Pippi Mellone, ha firmato un’ordinanza che vieta il lavoro dei braccianti agricoli sul territorio del comune nelle ore più calde, dalle 12.30 alle 16, nei giorni “a rischio alto”. Una decisione nata dopo la morte di un immigrato nel 2015 e rinnovata anche quest’anno per tutelare la salute di coloro che si trovano a guadagnarsi da vivere in condizioni precarie. Intanto, però, in Italia provvedimenti nazionali simili non ce ne sono e l’estate è appena iniziata.