La Corte suprema ha bocciato le restrizioni poste da Donald Trump in materia di aiuti umanitari. Il massimo organo giurisdizionale degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del neo-presidente di mantenere congelati fino a 2 miliardi di dollari dei fondi Usaid, approvati dal Congresso, stabilendo il riavvio dei pagamenti dovuti agli appaltatori che hanno già completato il loro lavoro. La Corte, però, non ha specificato quando il denaro dovrà essere erogato: dettaglio che consentirebbe alla Casa Bianca di continuare a contestare la questione nei tribunali di grado inferiore. La sentenza, passata con 5 voti favorevoli contro 4 contrari, non era scontata: Trump ha nominato personalmente la maggior parte dei giudici del collegio.
I giudici, in maggioranza, hanno osservato che, essendo già trascorsa la scadenza per spendere i soldi ordinata dal tribunale la scorsa settimana, i tribunali inferiori dovrebbero “chiarire quali obblighi deve adempiere il governo per garantire il rispetto dell’ordinanza restrittiva temporanea”. La decisione è arrivata dopo che, lo scorso gennaio, Trump aveva congelato miliardi di aiuti del Dipartimento di Stato e dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale destinati all'estero, nel tentativo di limitare le spese. L’operato di Usaid, l'agenzia definita come un covo di “lunatici radicali”, è stato uno dei primi bersagli nel mirino dell’amministrazione Trump, nonostante costituisca il soft power statunitense nelle aree a cui i fondi sono destinati.