Sull'alpeggio più alto d'Europa, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, sta per calare la scure della speculazione edilizia. E, tra le proteste di residenti e ambientalisti, un piccolo hotel potrebbe trasformarsi in un villaggio vacanze

Come si fa a trasformare un fienile nei dintorni di Castelrotto in un villino a tre piani sull'Alpe di Siusi, con il solo imbarazzo di scegliere se contemplare lo Sciliar o il Catinaccio? Serve la bacchetta magica, verrebbe da dire. E invece no. Basta saper leggere nelle pieghe della legge urbanistica della Provincia di Bolzano. Oppure, avere qualche conoscenza "giusta": anche questo aiuta, a giudicare dalle varianti ad hoc infilate ogni anno nella Finanziaria per favorire l'albergatore di turno.

Sino a qualche tempo fa, il trasferimento di cubatura – il meccanismo infernale di cui sopra – era consentito non solo all'interno di uno stesso Comune, ma anche tra Comuni confinanti. Così, era sufficiente acquistare da qualche parte un fienile – appunto – o un rudere per poter poi edificare a chilometri di distanza. Come se non bastasse, dopo aver frenato per anni l'ampliamento degli alberghi esistenti, la Provincia di Bolzano ha riaperto la partita, consentendo i cosiddetti "ampliamenti qualitativi". Sì, insomma: una bella spruzzata di green economy ed ecco spuntare nuovi piani e intere ali. "Speculazioni edilizie mascherate dal risparmio energetico", dicono i Verdi altoatesini.

Sull'Alpe di Siusi, malgrado i vincoli di tutela paesaggistica, i cantieri sono una costante da almeno quindici anni. I turisti salgono con la veloce cabinovia che ha perlomeno spostato il delirio di auto private da monte a valle: si godono il paesaggio da cartolina e tornano a casa raccontando di una sorta di paradiso incontaminato. E in parte, se non si solleva il tappeto, è proprio così. Ma bisognerebbe vedere le foto di qualche anno fa, per capire quanto cemento sia stato buttato sull'alpeggio più vasto e più alto d'Europa. Cemento nascosto dal legno, certo: balconi fioriti e saune anche nelle pensioni a due stelle. E' il turismo, bellezza. Ma l'incredibile ricchezza floristica dell'altopiano, che non aveva eguali in Europa, occupa ormai solo il 20 per cento della superficie complessiva, per via dello sfruttamento intensivo del suolo da parte degli agricoltori e dell'antropizzazione crescente.

In tutto questo, il progetto di "villaggio-vacanza" al posto dello storico Hotel Mezdi'in località Piz sta scatenando una sorta di guerra di religione: un corpo centrale lungo 80 metri per quattro piani, dodici chalet a schiera e una piscina scoperta di 220 metri quadrati per una volumetria di 24 mila metri e appena trenta camere. Un resort a cinque stelle, insomma. Situato a qualche decina di metri dall'attuale albergo (chiuso dagli anni Ottanta) che, sostengono i proprietari Klaus e Andreas Sanoner, ricchi albergatori di Ortisei specializzati nel filone deluxe, è d'intralcio a una pista. Il progetto, contestatissimo, è stato rimodellato e ridimensionato, a seguito delle levate di scudi del mondo ambientalista. Ora il Comune di Castelrotto ha detto di sì e la Provincia seguirà a ruota.

"L'Alpe di Siusi deve rimanere a disposizione di sciatori ed escursionisti, di chi cerca silenzio e riposo", tuona il Comitato Pro-Seiser Alm. Ricordando che quest'angolo di paradiso è una delle perle delle Dolomiti, patrimonio mondiale dal giugno del 2009. Ma come, il timbro Unesco non dovrebbe impedire lo sfruttamento turistico intensivo?

"Il nostro è un piccolo albergo di montagna, in stile locale. Ci sono dieci hotel più grandi sull'Alpe: tutti in questi anni hanno potuto ristrutturare e non si è mossa una foglia", protestano i Sanoner, invocando la "par condicio" del business. E senza smentire quello che un po' tutti temono: che quelle villette possano un domani essere cedute in multiproprietà.