A marzo avevano contestato, baciandosi, una manifestazione delle 'sentinelle in piedi' nel centro di Perugia. Sel interroga Alfano sul rapporto della Digos: «Verbali discriminatori». Ma il ministro minimizza
Perugia, 29 marzo 2014. Le “Sentinelle in piedi” manifestano contro la legge Scalfarotto sull'omofobia. Alcuni militanti delle associazioni Lgbt organizzano, non autorizzati, una contestazione. Urlano «Noi le sentinelle non le vogliamo», «Fuori i fascisti dalla città!»; alle sentinelle gridano «bigotti!», «clericali!».Le sentinelle, impassibili, continuano la loro manifestazione silenziosa, in piedi. Il format non viene interrotto. La Polizia si pone comunque tra i due gruppi, e qualche «fascista» finisce anche a loro, quando procedono ad identificare i contestatori, che dopo un po’ di scena, piano piano, smettono.
Curioso è però il verbale della Digos, che l’Espresso, che aveva sentito i protagonisti, pubblica. Secondo l’ufficio della questura, infatti, la contestazione si sarebbe conclusa, dopo ripetute richieste, con i disturbatori che «mitigavano la loro azione di disturbo, con dei brevi momenti di acclamazione, mentre», uno di loro, «avvicinandosi ad altro individuo di sesso maschile si esibiva in un prolungato e concupiscente bacio sulla bocca con lo stesso». Nel verbale è scritto tutto in grassetto, da «prolungato» in poi. E non solo: questo avveniva «nel mezzo di Corso Vannucci», la via principale del centro storico, «ed in presenza di numerose famiglie con bambini e ragazzi, molti dei quali minorenni». Scandalo.
Un bacio, «prolungato e concupiscente», ma tra due uomini, capace di lasciare quindi «i passanti disgustati da tale dimostrazione». Senza contare poi, che alcuni attivisti, «si sono mascherati con dei “boa di struzzo”».
I militanti delle associazioni Omphalos, Arcigay e Arcilesbica, sono così iscritti nel registro degli indagati, evidentemente colpevoli di «bacio prolungato e concupiscente», o meglio di disturbo della quiete pubblica, [[ge:espresso:inchieste:1.183549:article:https://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/10/09/news/identikit-delle-sentinelle-in-piedi-1.183549]]oltre che di oltraggio a pubblico ufficiale. E nulla cambia che i portavoce dell’associazione, proprio all’Espresso, avessero detto che urla ed insulti, «erano diretti contro le Sentinelle, non contro gli agenti». Il deputato, e coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni ha però presentato un’interrogazione per ministro dell’Interno Angelino Alfano, durante l'ultimo question time. La domanda è semplice. Siccome, per il deputato, «nessuna rilevanza giuridica e penale può attribuirsi alle osservazioni verbalizzate dagli agenti e sopra riportate», si chiede al ministro se «non ritenga necessario verificare se siano corrette le modalità utilizzate dalla questura e dalla polizia di Perugia nel redigere verbali così gravi nella forma e nel contenuto». Per Fratoianni, insomma, i verbali sarebbero «discriminatori e lesivi della dignità e della libertà degli attivisti».
Alfano, in aula, replica così: «Vorrei dire che le persone che sono state individuate rispondono di imputazioni che non hanno alcuna attinenza con il punto sottolineato dall’onorevole Fratoianni». E se c’è chi, nella «trentina di esponenti della sinistra antagonista e anarchica», continua Alfano citando l’atto della Procura, «riconducibili al locale centro sociale e alle associazioni Arcigay, Arcilesbica, Omphalos», dovrà andare davanti a un giudice, non lo farà certo per il bacio, ma per il disturbo della quiete o per oltraggio a pubblico ufficiale. «Non una parola di condanna», come nota Fratoianni nella replica, ha detto il ministro sul testo del verbale: «eppure proprio per questo ho presentato l'interrogazione, perché i dettagli di quel verbale, ininfluenti, parlano di omofobia lì dove non dovrebbe essercene».