Il Presidente della Camera dei deputati nonché esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle, Roberto Fico, ha detto di aver “sollecitato” l’avvio dei lavori della Commissione Antimafia. Intanto ?a quasi 700 chilometri dal Parlamento e dalla sede del governo, il sindaco di Riace
Mimmo Lucano, oggi costretto all’esilio, continua a subire la decisione tutta politica del ministero degli Interni di smantellare ?il diverso modo di accogliere tramite il “modello Riace”. Una decisione che ha un solo reale obiettivo: il soffocamento ?di questo modello fondato sul rispetto della dignità umana ?e non sull’assistenzialismo.
L’insofferenza dei vertici del ministero, iniziata quando ancora ?il Viminale era guidato dal Pd
Marco Minniti, è cresciuta, diventando accanimento, in un clima da campagna elettorale costante da parte del ministro Salvini.
Ha spiegato Lucano, in un’intervista rilasciata ad Alessia Candito di Repubblica: «Vogliono distruggerci, nei nostri confronti è in atto un tiro incrociato. Non si può cancellare una storia che ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento di tutto il mondo». Ecco:
vogliono distruggere un modello che non ha parcheggiato le persone come macchine, anzi ha ridato loro vita insieme al rilancio della comunità di Riace, attraverso processi di inclusione sociale e lavorativa. Lucano, insieme alla comunità solidale di Riace, ha dimostrato che si può accogliere, senza alcuna forma di disumanizzazione, coniugando solidarietà e giustizia sociale, ridando anche vita a un territorio, la Calabria, martoriato tra l’altro da anni di cattiva politica. Una politica che ancora non ?è stata in grado di far insediare la Commissione parlamentare antimafia, ma che trova ogni giorno il tempo per accusare i migranti costruendo il nemico pubblico da confinare.
La risposta popolare e piena di umanità e dignità della manifestazione del 6 ottobre scorso a Riace ha dimostrato che praticare la solidarietà, da Riace a Lodi, è un dovere quando in gioco vi è la tenuta della nostra civiltà umana. Va oggi costruita una “catena umana” perché ?in gioco vi è la distruzione della nostra comunità. Bisogna costruire una catena umana, perché la memoria collettiva non può essere cancellata ?a colpi di circolari o decreti che stanno istituzionalizzando ?la criminalizzazione della solidarietà e di chi la pratica.
È in questa prospettiva che vari collettivi ed associazioni, forze sindacali e sociali insieme a realtà laiche e religiose, hanno promosso per il prossimo 27 ottobre a Reggio Calabria un’assemblea nazionale per la costruzione di un appuntamento nazionale di piazza da tenersi il prossimo dicembre a Roma. Perché la salvaguardia del “modello Riace”, la liberazione dei migranti con il rilascio di un permesso di soggiorno e per la libera circolazione delle persone sono oggi un atto di civiltà e giustizia.
Noi oggi non difendiamo solo Mimmo Lucano. Noi oggi stiamo difendendo la speranza che Riace ci ha insegnato. Stiamo difendendo dalla distruzione le basi di una comunità dove è possibile immaginare una società aperta accogliente ed inclusiva che non trasformi gli immigrati in nemici, ma ne valorizzi ?le storie e ne rispetti la dignità.