Il caso

La nuova Alitalia è già nel mirino di Bruxelles: "Stiamo verificando: le indagini sono in corso"

di Antonio Fraschilla e Carlo Tecce   14 dicembre 2020

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Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, risponde all'interrogazione di una parlamentare romena. E promette che Bruxelles vigilerà sul passaggio a "Ita" di Lazzarini. L'Ue aspetta il piano industriale e, nel caso di aiuti di Stato, è pronta a punire Roma. "Un favore a francesi e tedeschi", denunciano i sindacati italiani

«Stiamo ancora indagando su possibili aiuti di Stato nei prestiti per Alitalia nel 2017 e nel 2019. Sulla nuova compagnia - Italia trasporto aereo - stiamo verificando la portata delle attività trasferite, il prezzo e la logica economica di transizione».

Parola di Margrethe Vestager, commissaria europea per la Concorrenza, che oggi ha risposto a una interrogazione di una eurodeputata del gruppo dei Socialisti e democratici che solleva più di un dubbio sulla nascita di Italia trasporto aereo (Ita) dalle spoglie dell’ennesimo fallimento di Alitalia.

Ita è una società senza debiti perché nuova, ma col carburante statale: 3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici per rifare, un’altra volta, la compagnia di bandiera. Anche l’Europa aspetta di leggere il piano industriale quinquennale di Italia trasporto aereo che il consiglio di amministrazione dovrà approvare entro la fine dell’anno.

Più pezzi della vecchia dell’Alitalia vengono travasati in Ita più c’è il rischio che i 3 miliardi siano considerati aiuti di Stato e perciò provocare una procedura d’infrazione europea. Secondo i sindacati italiani, l’interrogazione di Carmen Avram, europarlamentare romena, che fa parte del gruppo che comanda le istituzioni di Bruxelles, avrà entusiasmato le compagnie francese e tedeschi che sperano in un fallimento del progetto di Ita: sia per non avere un concorrente che nasce sano, sia per contendersi la supremazia del mercato italiano.

Come racconta l’Espresso in edicola e online, Ita avrà in dote diverse decine di aerei di Alitalia, assorbirà col tempo circa 7.000 dipendenti di Alitalia su oltre 11.000, usufruirà dello storico pacchetto di clienti: insomma, più piccina e (si spera) prudente, prenderà di fatto il posto di Alitalia.

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Avram ha chiesto spiegazioni proprio sull’operazione avviata da Palazzo Chigi: «La Commissione – ha scritto - ha sempre affermato che un cambiamento di nome non è sufficiente per stabilire una discontinuità economica. Chiedo di sapere: qual è il termine entro il quale la Commissione deve prendere una decisione in merito? Come eviterà lo scenario del 2008, quando tutto il debito di Alitalia è stato semplicemente trasferito a una società cattiva».

Vestager si è fiondata sull’assist di Avram: «Quando la Commissione indaga su possibili aiuti illegali, come i prestiti concessi ad Alitalia nel 2017 e nel 2019, non esiste un termine specifico per chiudere la procedura. Le autorità italiane sono state in contatto con la Commissione in merito ai loro piani per la creazione di una nuova compagnia aerea pubblica. Tale compagnia aerea - Italia Trasporto Aereo s.p.a  - è stata istituita con decreto ministeriale del 9 ottobre 2020. La Commissione ritiene che le disposizioni pertinenti del diritto nazionale significhino che esiste un termine entro il quale Ita deve stabilire il proprio piano aziendale. La continuità economica entra in gioco quando si decide se un aiuto incompatibile può essere recuperato da qualsiasi società subentrante a cui possono essere stati trasferiti i beni del beneficiario».

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Questo è il passaggio più critico nel testo firmato da Vestager: «La Commissione analizza l'esistenza della continuità economica utilizzando una serie di indizi che includono la portata delle attività trasferite, il prezzo di trasferimento, l'identità dell'acquirente, i tempi del trasferimento e la logica economica della transazione. La prassi decisionale è stata confermata più volte dai tribunali dell'Unione. La Commissione non può fornire ulteriori indicazioni sulla sua valutazione e indagini in corso».

Se l’Europa ha intenzione di punire l’Italia sarà semplice constatare la “continuità economica” fra Alitalia e Ita e smantellare un piano da 3 miliardi di euro che ha richiesto 3 governi e 3 anni di riflessioni e che è costato già centinaia di milioni di euro di “prestiti ponte”. La scelta sarà politica, altro che parametri. Ora tocca, però, all’amministratore delegato Fabio Lazzerini e al presidente Francesco Caio provare a sottrarsi alla spada di Vestager.