Pubblicità
Attualità
dicembre, 2020

La morte e la vita: L'Espresso in edicola e online domenica 20 dicembre

Il senso di fine incombente che ha travolto esistenze e nazioni. Il sorriso stanco di chi è guarito, quello luminoso di chi è appena nato. Nelle pagine che fanno un bilancio d'autore dopo un anno di sofferenza e di rinascita. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali

La morte in bianco e nero gioca a scacchi con un neonato roseo di vita, in una variazione su uno tra i fotogrammi più famosi della storia del cinema, dal "Settimo sigillo" di Ingmar Bergman. Nella corsa tra i settimanali di tutto il mondo a scegliere il personaggio dell'anno, L'Espresso si chiama fuori e raddoppia: le persone dell'anno 2020 sono la Morte e la Vita. La paura della fine incombente che ha sconvolto esistenze private e sistemi economici e il sorriso di Diego, il primo nato in Italia, venuto al mondo a mezzanotte del primo gennaio scorso.
Editoriale
La morte e la vita sono le persone dell'anno del 2020 per L'Espresso
18/12/2020

Una scelta che Marco Damilano spiega nel suo editoriale. Per ricordare dodici mesi segnati dalla pandemia e dalla solitudine, ma anche dalla consapevolezza che se cambiamo ripartiremo. E comunque, sottolinea Massimo Cacciari, la fine della vita non è la fine di tutto: resta il Fine che ci eravamo posti, restano gli Eredi che lo porteranno a compimento. Giuseppe Genna firma un'elegia per le vittime del Covid, Filippo Ceccarelli stigmatizza gli eccessi mediatici del "lutto-show".

Speciale 2020
Persone dell'anno: la Morte
18/12/2020

Come nel vaso di Pandora, dopo le sciagure rimane la speranza: ha gli occhi dei guariti intervistati da Floriana Bulfon. Ha gli occhi di Diego, il primo nato dell'anno raccontato da Susanna Turco, venuto alla luce a Napoli e chiamato con il nome di Maradona.


null
Persone dell’anno: la Vita. Ricominciamo da Diego, il primo nato del 2020
18/12/2020

Trai servizi di attualità, Vittorio Malagutti racconta la nuova impresa di quel Carlo Cimbri che quindici anni fa è stato tra i protagonisti di una tragicomica pagina della "finanza rossa", Federica Bianchi fa il punto sulla lotta che vede i big del mondo impegnati contro i big del web, Francesca Mannocchi incontra i libanesi che hanno visto i loro sogni di emigrazione infrangersi a Cipro. Nelle pagine di commento, invece, Marco Follini scopre il cuore antico dei progressisti che hanno vinto negli Usa, Giuseppe Oddo mette in guardia contro gli appalti facili post-Covid, Mariano Giustino analizza i dilemmi della Turchia tra sogni d'Europa e radici in Asia.

Altan ride amaro con il Babbo Natale della zona rossa, Mauro Biani lamenta come il distanziamento ha ucciso l'empatia, Michele Serra inventa una nuova, esilarante nuova specialità olimpica, la Rissa al Pincio, Bernardo Valli ci regala un parallelo tra Victor Hugo e Stendhal, Bruno Manfellotto invita a meditare sulla parola della settimana: governance.

E L'Espresso chiude con una rilettura di Matteo Nucci, Emanuele Coen e Gigi Riva degli eroi del nostro tempo, con un ritratto di Simone Weil firmato da Donatella Di Cesare, con il Gesù Cristo sindacalista del film di Milo Rau visto da Gloria Napolitano e con le matite parallele di Altan e Makkox raccontate da Paolo Di Paolo. Intanto, è passato un secolo dalla nascita del Pci: Carmine Fotia e Fabio Ferzetti ne ricordano utopie e persecuzioni.

ABBONATI ALL'ESPRESSO DIGITALE

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità