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Attualità
dicembre, 2020

In ritardo: L'Espresso in edicola e online da domenica 6 dicembre

Il magazzino fatiscente dove saranno conservati i vaccini. La sanità privata alla resa dei conti con la Regione Lombardia. E i soldi pagati in Svizzera da Licio Gelli ai terroristi della strage di Bologna. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali

Un vaccino per il pianeta Terra: «Dai, qui giù qualche goccia arriverà», commenta speranzoso il giovane protagonista della vignetta di Mauro Biani sulla copertina del nuovo numero dell'Espresso. Che dedica una serie di articoli alle carenze strategiche nella lotta alla pandemia in Italia. Che su vaccini, conti, personale sanitario e chiusure natalizie arriva sempre nello stesso modo: in ritardo.

Inchiesta
Il magazzino dei vaccini è un capannone arrugginito in mezzo ai rifiuti tossici
4/12/2020
«Siamo in ritardo con l'Europa», conferma subito Altan. Che ha capito il perché: «Abbiamo pallottolieri obsoleti», commenta cinico. E anche strutture fatiscenti, aggiunge Floriana Bulfon in un reportage dal Magazzino centrale che dovrà gestire la distribuzione dei vaccini anti-Covid: ma è un vecchio capannone arrugginito in un'area tossica e non bonificabile della periferia di Roma. Gli ospedali si reggono su personale sanitario fornito da cooperative, con paghe basse e poche tutele (ne scrive Gloria Riva). E intanto i privati battono cassa: Vittorio Malagutti spiega come le ricchi strutture private lombarde stanno cercando di alzare il prezzo dell'assistenza che hanno fornito ai malati Covid durante l'emergenza.

Italiavirus
Lombardia, la sanità privata piange miseria: «Dateci i ristori per le perdite Covid»
4/12/2020
Il risultato? Non solo l'inefficienza, ma il senso di solitudine che, spiega Marco Damilano nel suo editoriale, si insinua in un Paese stremato. Un Paese in balìa di politici che pensano a potere e poltrone, tessendo alleanze improbabili: Susanna Turco presenta il trio ZDR, che sta per Zingaretti, Di Maio e Renzi. Carlo Tecce invece disegna il ritratto dell'eminenza grigia del ministro Gualtieri, Claudio Mancini, tra soldi del Pd e investimenti in Tunisia. Ed Eugenio Occorsio fa il punto sulla querelle intorno al Recovery fund, che vista da Bruxelles sembra arrivata a un punto di non ritorno: qui o si fa una strategia di ripresa europea, o si muore. Brutte notizie anche dal Libano, dove l'esplosione di agosto sembra aver dato il colpo di grazia a un Paese già stremato da frodi, corruzione, inflazione e povertà (di Francesca Mannocchi).

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Cinque milioni nei conti svizzeri dei terroristi della strage della stazione di Bologna
4/12/2020
Dal passato riemergono fantasmi di stragi e colpi di Stato. Paolo Biondani racconta del conto svizzero su cui Gelli pagò cinque milioni di dollari ai terroristi per finanziare la strage di Bologna. E Gianfrancesco Turano ricostruisce, con nuovi retroscena rivelati dopo cinquant'anni da documenti americani, la tragicomica impresa del golpe di Junio Valerio Borghese. Che avrebbe sognato di meritare un posto nella carrellata di dittatori firmata da Gigi Riva, e invece finì, probabilmente avvelenato, a Cadice.

Michele Serra rassicura gli orfani del Natale sulla neve: niente sci, ma divertimento assicurato facendo i funamboli sui cavi delle funivie. Stefano Liberti invita ad affrontare l'emergenza ecologica prima che diventi più pericolosa di quella sanitaria. Sofia Ventura analizza il perverso meccanismo televisivo che trasforma anche gli esperti più competenti in tuttologi superficiali. Renzo Guolo racconta la corsa a ostacoli verso un Islam compatibile con l'Europa. Aboubakar Soumahoro invita a ritrovare la dimensione collettiva, perché dalla crisi che rovina i più deboli neanche i ricchi possono uscire da soli. E Pier Aldo Rovatti guida la meditazione sulla parola della settimana: insicurezza.
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E l'Espresso chiude con un bilancio del Black Power nella musica americana (ne scrive Gino Castaldo),  un'intervista al direttore di Le Monde sull'equilibrio tra crisi dei giornali e libertà di stampa (di Anna Bonalume) e un incontro con Giancarlo Piretti, creatore di mobili diventati icone del Novecento. Per finire con una giornata di Giorgio, che combatte per una vita ricca di amici e di interessi malgrado una rara malattia genetica: ne scrive Marialaura Iazzetti, mentre Maurizio Di Fazio firma un ritratto di gruppo degli influencer disabili, tra difficoltà quotidiane e consigli sul look.


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