«Non è scuola quella che sfrutta, non è lavoro quello che uccide». La morte di Giuliano a 18 anni riaccende le proteste

De Seta, appena maggiorenne, è morto venerdì durante lo stage. «Non sono bastate le vite di Lorenzo e Giuseppe per capire che l’alternanza scuola-lavoro deve essere riformata», gridano gli studenti che tornano in piazza

«Lo diciamo da anni che il rapporto tra istruzione e lavoro deve essere rivisto. Non tutti i luoghi di lavoro sono formativi e purtroppo sicuri. Bisogna fermare questa strage, subito». Così commenta Francesco Sinopoli, segretario generale di Cgil scuola, la morte di Giuliano de Seta, 18 anni. Un altro ragazzo che ha perso la vita durante lo stage.

 

Giuliano frequentava un istituto tecnico di Portogruaro, nella città metropolitana di Venezia, e come tanti altri suoi coetanei stava svolgendo il progetto di alternanza scuola-lavoro che avrebbe dovuto prepararlo all’ingresso nel mondo dell’occupazione. All’interno di un’azienda specializzata nella piegatura di metalli, sembrerebbe che verso le 17 di venerdì 16 settembre, si trovasse da solo nelle vicinanze di un macchinario quando una lastra d’acciaio gli è caduta addosso. Le indagini per comprendere l’accaduto e il rispetto delle norme di sicurezza sono in corso.

Ma la risposta degli studenti non si è fatta attendere. Manifestazioni già nella giornata di sabato hanno riempito le piazze di alcune città. A Roma, la Rete degli studenti medi ha organizzato un flash mob davanti al ministero dell’Istruzione: un centinaio di studenti e studentesse hanno indossato i caschetti da lavoro e espresso la rabbia e la frustrazione di chi aveva già sottolineato, nei mesi, scorsi le carenze strutturali del sistema dei Percorsi per le competenze trasversali ed orientamento (i Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro) e del Sistema duale che regola il rapporto tra scuola e lavoro alle superiori.

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«Basta morti sul lavoro e in stage. Aboliamo i Pcto e inseriamo nelle scuole la formazione sui diritti dei lavoratori. Non sono bastate - commentano i rappresentanti del sindacato studentesco - le due morti e i tanti incidenti dello scorso anno scolastico a fare intervenire d’urgenza il governo Draghi e il ministro Bianchi». Gli studenti si riferiscono alle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci che rispettivamente a gennaio e febbraio 2022 hanno perso la vita durante gli stage scolastici.

«Sull’onda emotiva e dopo le mobilitazioni dello scorso inverno, il Ministro aveva annunciato di voler riformare i Pcto», spiega Tommaso Biancuzzi della Rete degli Studenti Medi durante il flash mob. «Ma non c’è stato nessun atto pratico. Pensavamo che le morti di Lorenzo e Giuseppe fossero sufficienti a riaprire una discussione seria sulla sicurezza e sul rapporto tra scuola e lavoro. Invece ci ritroviamo di nuovo a protestare contro un sistema che ci sfrutta, ci rende precari e ci uccide. Noi abbiamo delle proposte serie e profonde per cambiare le cose, il Ministero ci ascolti prima che accada di nuovo. Non un morto in più a scuola e sui posti di lavoro, perché non è scuola quella che sfrutta e non è lavoro quello che uccide».

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Anche alcuni docenti e il Fronte della gioventù comunista hanno appoggiato la protesta delle scuole romane. E si sono uniti alla manifestazione di fronte al ministero dell’Istruzione: «Bisogna fermare la strage - gridano - nel nostro paese non bastano le circa tre morti sul lavoro al giorno, ora con l’alternanza scuola-lavoro sempre più persone rischiano la vita perché sono obbligate a lavorare gratis e senza sicurezza. Queste sono le conseguenze di un sistema d’istruzione basato sugli interessi delle imprese e voluto dai partiti politici principali che sono tutti responsabili».

Gli studenti si augurano che nessuno proverà a fare campagna elettorale sulla morte di Giuliano perché, come spiegano: «sono gli stessi partiti che in Parlamento hanno votato le riforme che ci hanno portato ad un modello di scuola in cui per diplomarsi si rischia la vita. Che hanno avallato la repressione nei confronti di chi si è mobilitato lo scorso anno contro i Pcto e non solo. Per un modello di scuola diverso».

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Sono attese altre proteste e manifestazioni durante la settimana, tra cui quella per il prossimo martedì annunciata dalle Rete degli studenti medi di Venezia di fronte all’azienda in cui Giuliano svolgeva lo stage. Alla protesta contro lo sfruttamento dell’ambiente si aggiunge quella contro lo sfruttamento di manodopera gratuita.

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