È il terzo crac per le società appartenute alla ministra del Turismo, dopo quello di Bioera Spa e di Ki Group Srl. Come negli altri casi, potrebbe finire indagata per bancarotta. E andrà a processo anche per diffamazione contro Giuseppe Zeno, socio di Visibilia

Un'altro fallimento per Santanchè: Ki Group Holding Spa in liquidazione giudiziale

Un altro fallimento per Daniela Santanchè. Questa volta il tribunale di Milano ha aperto una procedura di liquidazione giudiziale per Ki Group Holding Spa, la società capofila della galassia del biofood un tempo appartenuta alla ministra del Turismo e l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro. I pm Marina Gravina e Luigi Luzi, che nell’udienza dello scorso 29 maggio avevano avanzato la richiesta di fallimento, sono gli stessi titolari dei procedimenti sulle ex società della senatrice di Fratelli d’Italia, come Visibilia.

Una possibile accusa di bancarotta?

La decisione della procura milanese, oltre a un impatto economico, potrebbe avere un risvolto penale: la ministra – già a processo per falso in bilancio e imputata per truffa aggravata ai danni dell’Inps – è anche indagata per bancarotta per il fallimento di Ki Group Srl e un'accusa analoga potrebbe arrivare dopo il crac di Bioera Spa e dopo l'ultimo della holding. Nel caso di Bioera si attende la relazione del liquidatore. Quasi sei mesi fa Ki Group Holding Spa aveva chiesto un concordato in bianco e nuove misure di protezione, assicurando che entro due mesi sarebbe stato presentato - cosa poi non avvenuta - un “piano di salvataggio”. Non sono stati presentati "né la proposta, né il piano di concordato, né il ricorso per omologa dell'accordo di ristrutturazione" o altro "strumento di regolazione della crisi".

Debiti per 1,4 milioni

La società, scrivono i giudici della seconda sezione civile e crisi d’impresa Laura De Simone, Luisa Basile e Francesco Pipicelli, aveva accumulato negli anni “debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro” a partire “da ottobre 2020”, un "patrimonio netto negativo" al 28 febbraio scorso di oltre 6,5 milioni di euro, la “mancata soluzione alternativa della crisi e dell'insolvenza, stante il mancato deposito dell'accordo di ristrutturazione dei debiti” e uno “stato di definitiva incapacità dell'impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”. Negli scorsi mesi anche l’Agenzia delle entrate ha messo gli occhi su debiti da parte della holding per oltre 400 mila euro, con “esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati”. Come curatore fallimentare, che dovrà redigere una relazione che sarà depositata anche alla Procura, è stato nominato dai giudici Marco Garegnani. 

Sulla base di “elementi univoci e concreti", si legge ancora, “è da escludere il ricorrere di un fenomeno di occasionale inadempienza, dovendosi per contro desumere dagli elementi sinora evidenziati e da altri 'fatti esteriori' il sussistere di uno stato di definitiva incapacità dell'impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni". Emerge, infatti, come Ki Group Holding “non abbia più credito di terzi e mezzi finanziari propri per soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni”. I giudici hanno anche fissato la cosiddetta “adunanza per l'esame dello stato passivo” della Spa per il prossimo 15 ottobre.
 

A processo anche per diffamazione 

Tra l’altro, nello stesso giorno in cui è arrivato l’ennesimo fallimento di una delle sue società, per Santanchè è stato disposto il giudizio per l'accusa di diffamazione ai danni dell’azionista di minoranza della società Visibilia Editore Spa, Giuseppe Zeno. Riferendosi a Zeno, in una seduta parlamentare la ministra aveva affermato che si tratta di “...una sorta di finanziere che è partito molti anni addietro da Torre del Greco, si è trasferito prima a Londra, poi in Svizzera e successivamente a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas…". Poi Santanchè aveva aggiunto che Zeno “fa riferimento a inverosimili e oscure mie manovre solo dopo - lo vorrei dire chiaro - aver inutilmente tentato di costringermi ad accordi per me inaccettabili. Questo, però, è un tema a parte su cui purtroppo non posso aggiungere altro, perché sarà oggetto di apposita inchiesta giudiziaria che chiarirà, anche grazie a registrazioni vocali, le finalità che hanno ispirato chi ha attivato tutto ciò e quando poi un socio di minoranza, residente nelle Bahamas, ha avanzato proposte per noi irricevibili, lo abbiamo contestualmente diffidato tramite uno studio legale”. “Il tribunale ha riconosciuto oggi - ha affermato Zeno, assistito dall'avvocato Antonio Piantadosi - che le parole espresse da Santanchè avevano contenuto lesivo nei miei confronti”.

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