Attualità
23 luglio, 2025Beppino Englaro: "Come possiamo aspettarci una buona legge sul suicidio assistito se chi deve fare le norme non rispetta nemmeno la Consulta? Oggi come ieri il Vaticano e ampie frange della politica cercheranno di limitare questo diritto"
“Come possiamo aspettarci una buona legge” sul fine vita “se chi deve fare le norme non rispetta nemmeno la Consulta?”. All’indomani del suicidio assistito di Laura Santi, Beppino Englaro – il padre di Eluana, morta nel 2009 a 39 anni: il suo caso fu al centro di una lunga vicenda giudiziaria e di un aspro scontro politico – punta il dito contro il governo Meloni, colpevole a suo dire di voler rallentare e ostacolare una misura che risponda concretamente ai bisogni di tutti i malati terminali che vogliono accedere all’eutanasia passiva. “Accadrà di nuovo. Come fu per mia figlia Eluana – sottolinea in un’intervista a Repubblica –. Anche allora c’era Giorgia Meloni in Parlamento, con il governo Berlusconi. Mentre Eluana moriva, quella maggioranza di destra provò in modo scomposto a fermare i medici che legalmente stavano aiutando la mia povera figlia a mettere fine alle sue sofferenze, dopo 17 anni di coma”.
Beppino Englaro racconta di non conoscere “personalmente” Laura Santi – che ieri 22 luglio è andata via, in silenzio, dopo anni di insopportabili sofferenze – ma di aver seguito “le sue battaglie per il suicidio assistito. C’è una sentenza della Consulta e Laura ha scelto di morire nella legalità, così come deve avvenire in un paese civile. Anche a mia figlia uno Stato giusto avrebbe evitato quei 17 anni di sofferenza in un letto, perché fin dal 1992, semplicemente applicando la Costituzione, per Eluana si sarebbero potute interrompere le cure”.
Non basta qualsiasi legge per dare giustizia ai tanti malati terminali in Italia. E non basta la bozza presentata dal centrodestra, che mette al centro le cure palliative e che prevede un comitato etico di nomina governativa che dovrà decidere sui singoli casi. “Come nel 1992 – dice Beppino Englaro – c’è chi vuole decidere sulle vite altrui, dimenticandosi che lo stato è laico. Penso che ci vorrebbe un referendum, sia sul suicidio assistito che sull’eutanasia. E sono anche convinto che gli italiani voterebbero in massa per la libertà di scelta”.
La via referendaria, a dire il vero, è stata tentata, ma il quesito nel 2022 non fu ammesso dalla Corte costituzionale allora presieduta da Giuliano Amato. “È vero – risponde il padre di Eluana Englaro – e fu un errore di Amato e giudici costituzionali a mio avviso. Ma le firme per chiedere il referendum furono un numero enorme, oltre un milione. Questo vuol dire che c’è una sensibilità nuova. Sempre più persone ritengono irrinunciabile il diritto di scelta, in ogni famiglia ci sono sofferenze gravi. Oggi come ieri – conclude – il Vaticano e ampie frange della politica cercheranno di limitare questo diritto costituzionale, ma la frontiera dei diritti si è allargata. Chi poteva immaginare nel 1992 che avremmo avuto una legge sulle Dat (disposizioni anticipate di trattamento, ndr)? Indietro non si torna. Nonostante tutto”.
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