Attualità
11 agosto, 2025Il vicesegretario dell'associazione: "È una riforma della magistratura, non della giustizia, che rimarrà esattamente come prima se non peggio"
"La riforma della magistratura presentata dal ministro Nordio è completamente sbagliata. Non c'è un solo punto che possa essere condiviso, intanto per il metodo". A parlare è il vicesegretario dell'Associazione nazionale magistrati, Stefano Celli, che in un'intervista a La Magistratura ha chiarito la posizione dei giudici su alcuni dei temi al centro degli scontri tra le toghe e l'esecutivo che vanno avanti da mesi.
"Non c'è stata una proposta su cui la maggioranza si è confrontata con l'opposizione e con le altre forze politiche", ha ricordato Celli, riferendosi alla riforma della giustizia voluta dal guardasiglli Carlo Nordio. "Non c'è stata nessuna modifica, il testo è stato blindato sin dall'inizio e per una riforma costituzionale non è davvero un bel biglietto da visita, perché riguarda i fondamenti dello Stato, del vivere comune, dell'ordinamento della società e degli organi costituzionali. E poi un altro motivo: è una riforma della magistratura, non della giustizia, che rimarrà esattamente come prima se non peggio, mentre per la magistratura diminuiscono fortemente gli spazi di indipendenza".
Ancora: "Fra le tante altre cose sottrae ai magistrati un diritto riconosciuto a tutte le categorie, a tutte le associazioni, dagli ordini professionali agli iscritti a un sindacato, oppure alla pro loco e al circolo delle bocce, quello di scegliere i propri rappresentanti, che invece saranno sorteggiati", ha aggiunto il rappresentante dell'Anm.
Nell'intervista, Celli si è poi occupato anche della recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea sul protocollo Italia-Albania. "In questo momento la Corte europea ha ribadito che anche il diritto di asilo deve poter essere tutelato anche nei confronti del governo che non può utilizzare scorciatoie come ha fatto con il protocollo Italia-Albania. E questo è un cardine della democrazia a cui non possiamo rinunciare".
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