Attualità
16 settembre, 2025È la seconda società calcistica a finire commissariata per le pressioni della criminalità organizzata dopo il Foggia. "L’attività economica della FC Crotone srl" è stata "sottoposta, direttamente o indirettamente, a condizioni di intimidazione e assoggettamento a opera di esponenti di locali cosche"
Dopo il Foggia, dove il clan Sinesi-Francavilla aveva di fatto spodestato il proprietario Nicola Canonico - ne scriveva L'Espresso lo scorso giugno -, il Crotone diventa la seconda società calcistica a finire in amministrazione giudiziaria per le pressioni della criminalità organizzata. Mentre gli occhi dell’opinione pubblica sono puntati sui grandi club nazionali — prima la Juventus poi, sulla scia dell’omicidio Bellocco e sull’indagine “Doppia curva”, su Inter e Milan — le cosche hanno puntato le squadre delle città di provincia. Il Crotone milita nel girone C della Serie C.
"Sostenere" la società calcistica
Il commissariamento è stato disposto dal tribunale di Catanzaro su proposta congiunta del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del procuratore distrettuale della Repubblica di Catanzaro e del questore di Crotone. Ed è finalizzato, come previsto nei casi di amministrazione giudiziaria, a “sostenere” la società calcistica “nella rimozione delle situazioni di fatto e di diritto” che “hanno determinato” l’intervento del tribunale “consentendo il recupero dell’attività economica in un’ottica di legalità”.
“Sono emersi sufficienti indizi — si legge in una nota della Dda catanzarese — per ritenere che l’attività economica della FC Crotone srl, compresa quella di carattere imprenditoriale, sia stata sottoposta, nel corso dell’ultimo decennio, direttamente o quantomeno indirettamente a condizioni di intimidazione e assoggettamento ad opera di esponenti di locali cosche di 'ndrangheta, esercitando un asfissiante controllo del territorio di Crotone e delle relative attività imprenditoriali, compresa la FC Crotone srl, certamente più rilevante ed appetibile”.
Le pressioni delle cosche
Il commissariamento è scaturito dagli elementi emersi nell’ambito dell’indagine “Glicine-Acheronte”, che ha visto un centinaio di persone essere rinviate a giudizio per uno dei principali processi in corso sulla ‘ndrangheta e che, tra le altre cose, ha documentato le pressioni degli esponenti delle cosche locali. In particolare, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, è emerso l’interesse della criminalità in riferimento ai settori specifici della sicurezza e della gestione degli ingressi allo stadio.
Contestualmente, sono stati emessi anche 17 Daspo “fuori contesto” dal questore di Crotone sulla scorta di un’attività investigativa svolta dalla Digos nei confronti di altrettanti supporter rossoblù.
Il legale: "Non si ipotizzano complicità o connivenze della società"
"Registriamo che non si tratta affatto di un provvedimento punitivo - scrive il legale del Crotone calcio, Francesco Berri -. La misura è stata adottata perché l’autorità Giudiziaria ritiene che la Fc Crotone abbia subito il potere di intimidazione della ‘ndrangheta e non ipotizza, neanche lontanamente, complicità o connivenze della società, dei suoi soci o dei suoi dirigenti e collaboratori. Fc Crotone - aggiunge - collaborerà attivamente con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale per proseguire le proprie attività nell’interesse della società, dei tifosi e in generale dello sport".
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