Lo streaming video passerà sempre di più attraverso tablet e smartphone. Ed è sfida tra app e siti che puntano al target più giovane. Ma sullo sfondo si muove anche Amazon

Netflix è sbarcato in Italia per vendere film e serie via Internet, ma la rivoluzione del videoconsumo on line sta già andando oltre, puntando - più che alla tivù - ai dispositivi mobili, tablet e smar tphone. «Entro la fine del 2016 le persone vedranno in media un’ora al giorno di video in Rete», dice il rapporto di ZenithOptimedia, che ha esaminato i dati di 40 paesi. «Oltre metà lo farà utilizzando un dispositivo mobile, che diventerà la fonte dominante dei video on line». Il rapporto aggiunge che «nel 2016 il tempo giornaliero in cui le persone consumeranno video on line crescerà del 19,8 per cento e quello attraverso dispositivi mobili del 34.8»

È lo stesso concetto di “video” che sta cambiando. Ci sono ad esempio le app per i cellulari con brevi clip che si cancellano in poche ore, come su Snapchat. Dove colossi come Cnn, National Geographic, Mtv e Cosmopolitan distribuiscono contenuti rivolti a quei giovani che non riescono più a intercettare in tivù. Snapchat è il social media che nell’ultimo anno ha registrato la crescita maggiore, arrivando a 100 milioni di utenti giornalieri attivi. Un altro modo in cui le app per i cellulari utilizzano i video sono le dirette streaming. Come su Periscope, il social lanciato da Twitter lo scorso marzo. Con Periscope si realizzano dirette video tramite cellulare, che altre persone possono vedere e commentare in una chat in diretta. L’app ha superato i 10 milioni di utenti.

Numeri tuttavia lontani da quelli di Facebook, dove il consumo di video è cresciuto del 75 per cento nell’ultimo anno, anche grazie all’integrazione delle clip nel servizio di messaggistica Whatsapp e nel social di foto Instagram. Quanto a YouTube, la più grande piattaforma di streaming al mondo, di proprietà di Google, nel primo trimestre del 2015 ha registrato 756 miliardi di video visualizzati, battendo ogni record.

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Anche dal lato della produzione accadono cose interessanti. Ad esempio il sito BuzzFeed, leader dei “millennial” - i giovani dai 18 ai 33 anni - sta investendo nel settore. Ha già un’audience di 200 milioni di visitatori al mese, sesto sito negli Usa. Secondo dati dell’azienda i suoi video (prodotti dal sito) sono stati guardati in totale oltre 4 miliardi di volte. Una parte è costituita dai “native ad”, cioè annunci pubblicitari narrativi creati su misura per le aziende. Da questa produzione solo nel 2014 il sito ha guadagnato circa 100 milioni di dollari.

Il grande rivale di BuzzFeed è Vice, l’agenzia di news americana nata per raccontare la realtà underground dei giovani (anch’essa con 200 milioni di utenti mensili). Da poco ha firmato un accordo con l’emittente americana Hbo per la produzione di una serie di video e ha annunciato che lancerà 12 nuovi canali tv in Europa nel 2016. In Italia ha già una partnership con SkyTg24 per una serie di reportage.

Sullo sfondo del tutto c’è Amazon, che pure ha fatto un grande investimento inserendosi nella produzione di contenuti originali con cui lanciare la sua piattaforma streaming, Prime Video. Dopo Usa e diversi Paesi europei, sta per essere lanciata sul mercato indiano. In Italia per ora non se ne parla: del resto anche Netflix, da noi, è arrivato un paio d’anni dopo il resto d’Europa.