Una pièce ispirata a von Kleist. Un omaggio alla gravità musicato da Hania Rani. E le altre perle in arrivo nella manifestazione giunta alla sua 67esima edizione

Spoleto è la Danza. Nel 1958, un arguto e visionario Gian Carlo Menotti, maestro compositore e librettista, nonché vincitore di due Pulitzer, ebbe l’intuizione di creare come direttore artistico il Festival dei Due Mondi di Spoleto, oggi giunto alla 67esima edizione, dove la danza è sempre stata protagonista. Nella sua storia, la kermesse ha ospitato grandi danzatori, da Rudolf Nureyev a Carla Fracci, da Mikhail Baryshnikov ad Alessandra Ferri, e le più celebri compagnie del panorama internazionale come l’American Ballet Theatre, il Royal Ballet, la Martha Graham Dance Company e il Rudra Bèjart Lausanne, per citarne alcune. L’edizione 2024 del Festival dei due Mondi di Spoleto vedrà le creazioni dei più dirompenti coreografi a livello internazionale.

 

La sezione danza del Festival è un caleidoscopio di gesti, corpi e modi di riempire lo spazio scenico. C’è grande attesa per la star mondiale Friedemann Vogel, che porta il 5 e il 7 luglio in Piazza Duomo la sua creazione “Die Seele am Faden/Soul Threads”, in collaborazione con l’artista visivo Thomas Lempertz, uno spettacolo ispirato al “Teatro delle marionette” di Henrich von Kleist: perché in fondo, il danzatore e il burattino si muovono entrambi seguendo il volere di qualcun altro. Sempre in Piazza Duomo, il 6 luglio, andrà in scena “Memory of a fall”, nuova produzione del maestro di squilibri e gravità Yoann Bourgeois sulla musica di Hania Rani, una delle pianiste più originali del momento, in cui i danzatori scivoleranno da una imponente struttura palcoscenico per una riflessione in movimento sulla caduta della condizione umana. Si muove invece sul confine tra reale e virtuale il pluripremiato coreografo inglese Wayne McGregor, direttore della Biennale Danza e “coreografo residente” del Royal Ballet di Londra, con il suo nuovo lavoro “Deepstaria”, in cartellone il 12 e 14 luglio al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, spettacolo che attinge alle più recenti tecnologie dell’AI, della ricerca acustica e del calcolo spaziale, per un’opera mutevole in costante dialogo trasformativo con sé stessa.

 

Il 29 e 30 giugno, al Teatro Romano, sarà la volta di Mehdi Kerkouche, che porta a Spoleto l’opera “Portrait”, una danza potente, fluida e vibrante, nutrita dalle esperienze dei suoi danzatori, provenienti da stili diversi come l’hip hop, lo street jazz, il cabaret e il circo. Una forte esperienza immersiva è infine “Last Minute” del duo Adrien M & Claire B, in scena il 28 giugno e il 14 luglio al Complesso Monumentale di San Nicolò, una combinazione di musica, luci e proiezioni interattive, nata da un’esperienza intima di Claire Bardainne, che l’ha portata a ricercare, insieme al co-creatore Adrien Mondot, il concetto di reincarnazione.