Con l’inclusione dell’atomo e del gas nell’indice dei finanziamenti che possono usufruire di investimenti statali ed europei, l’Europa allontana la svolta sostenibile. Tutto per colpa di un’alleanza nel Parlamento europeo tra liberali, popolari e destre estreme. A denunciarlo Eleonora Evi, co-leader di Europa Verde

La fronda parlamentare contro la Tassonomia, ovvero la lista degli investimenti considerati verdi e a cui potranno essere destinati soldi nazionali ed europei, ha fallito nel fermare la sua approvazione. Serviva una maggioranza di 353 deputati su 705 totali. Ma sui 639 presenti 278 hanno votato a favore dell’atto delegato come proposto dalla Commissione e 328 voti contro. Era l'ultima chance.

 

Il via libera del Consiglio europeo a giorni è scontato. Terrorizzati dalla possibile mancanza di energia il prossimo inverno, i partititi di centrodestra hanno rinunciato sperando di potere tirare avanti come sempre e sottraendo risorse preziose allo sviluppo delle energie rinnovabili che al momento sono altamente insufficienti.

 

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«Un vero disastro», si lamenta Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde, europarlamentare eletta tra le fila dei 5Stelle, che ha ripudiato per entrare a fare parte del gruppo dei Verdi europei e di Europa Verde.

 

Come ci si è arrivati, visto che il risultato del voto era in bilico?
«A dare la mazzata finale è stato il ministro dell'Energia ucraino che è intervenuto dicendo di votare a favore perché gli impianti ucraini hanno interesse a vendere la loro produzione nucleare. Per molti di Renew e dei popolari il suo parere era importante».

 

Ma una cosa è il nucleare e l'altra il gas, soprattutto adesso con la guerra russa…
«Si sarebbe potuto rigettare il tutto e poi considerare delle modifiche ma non si poteva scindere il nucleare dal gas. La strategia era bocciare entrambi».

 

Adesso? Austria, Lussemburgo e Danimarca hanno annunciato di procedere per vie legali…
«Mi auguro che si proceda per via giudiziaria e la Corte di giustizia europea non ci metta troppo tempo. Ci sono margini enormi perché venga dichiarato un atto illegittimo visto che il gas è una fonte fossile e clima alterante e non può essere parte della transizione verso un'economia pulita. Stessa cosa per il nucleare. Come si fa a dire che non reca danno all'ambiente? I suoi rifiuti devono essere stoccati con un impatto ambientale importante».

 

In molti dicono che senza il nucleare non saremo in grado di portare avanti le nostre economie…
«Ma nessuno voleva vietare il nucleare. Si parlava di non indirizzare gli investimenti futuri verso questo tipo di fonti energetiche, sottraendo fondi a quelle pulite. Ora voglio proprio vedere se qualcuno avrà il coraggio di fare una tale scelta imprenditoriale folle, con alti costi e di utilizzare finanziamenti pubblici e privati per questo. Credo non avrà futuro per questioni economiche e finanziarie: ci vogliono 15 anni per costruire una centrale. Ora gli investitori non avranno certezza su cosa stanno investendo. Credo che in Italia nessuno investirà in nucleare. Questo atto è un grande favore a Francia e Germania. Noi polli italiani abbiamo approvato una cosa di cui l’Italia non beneficerà. Invece saranno inclusi al 100 per cento gli investimenti tedeschi. Abbiamo fatto un autogol totale».

 

I favorevoli sostengono che servono nuove infrastrutture del gas per allontanarci dal gas russo…
«Abbiamo invece fatto un regalo a Putin, a tutta la sua lobby, da Lukoil a Rosatom a Gazprom. Secondo un rapporto di Greenpeace guadagnerebbero fino a 4 miliardi di euro l'anno che andranno tutti alla Russia, da cui dovremmo affrancarci.

 

Questo voto è il frutto di cambiamenti parlamentari a Strasburgo?
«C'è stata una grave rottura della coalizione Ursula, non fa sperare bene per il futuro. L'europarlamento è diventato conservatore, le destre si sono unite e ora bloccano il green deal. Il Fit for 55 è stato approvato solo in parte, ora questa tassonomia. Vedo nuvole all'orizzonte».

 

Ritornando in Italia, cos'è questa nuova unione tra Italia Verde e Sinistra italiana?
«Ci siamo ritrovati su molti temi fin dall'elezione del presidente della Repubblica, dal salario minimo al no alle armi, e poi abbiamo osservato con interesse l'esperienza di Nupes in Francia, che ci è piaciuta. Noi siamo considerati solo per l'aspetto di giustizia ambientale, loro per quella sociale, anche se le cose non stanno in realtà così. Ma insieme riusciamo a presentare un'offerta politica completa, aperta anche alle liste civiche».

 

Dunque un'offerta simile a quella dei 5Stelle di Conte?
«Ci sono enormi differenze: loro sono lontani dalle battaglie ambientali, basta vedere le posizioni sulla PAC e poi sulla TAV, prima no poi si. Senza contare che Cingolani, che fa di tutto per rallentare la transizione, è in quota 5Stelle al governo. Loro sono un partito senza identità che vuole rubare la nostra. Inoltre hanno grandi problemi di democrazia interna: basta guardare lo statuto, nasce come super orizzontale e finisce come uno degli statuti meno democratici di tutti i partiti. Perfino Meloni ne ha uno migliore. Conte è una sorta di dittatore interno».