Nella notte tra il 12 e il 13 giugno è iniziata l'offensiva dell'Idf. Uccisi il capo di Stato maggiore delle forze armate Bagheri e la guida dei Pasdaran Salami

È guerra tra Iran e Israele: colpiti diversi siti nucleari di Teheran, che risponde lanciando 100 droni verso Tel Aviv

Circa 200 aerei militari israeliani, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, si sono alzati in volo e sono entrati nello spazio aereo iraniano. Superate con facilità le difese di Teheran, hanno iniziato a bombardare diversi siti nucleari e i luoghi dove risiedevano i vertici delle forze armate iraniane. Tel Aviv gli ha definiti "attacchi preventivi": secondo il governo Netanyahu, il programma nucleare del Paese rivale aveva raggiunto uno stadio troppo avanzato. Tant'è che il primo ministro Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio, ha già anticipato che l'operazione "durerà il numero di giorni necessari per eliminare questa minaccia". Gli obiettivi, tuttavia, non sono soltanto le infrastrutture nucleari: i piloti israeliani hanno colpito le fabbriche di missili balistici, le basi di lancio e anche alcuni alti ufficiali di Teheran. Sono stati uccisi il capo di Stato maggiore delle forze armate Bagheri e la guida dei Pasdaran Salami.

 

"Abbiamo colpito il cuore del programma di arricchimento dell'uranio dell'Iran. Abbiamo colpito il cuore del programma nucleare militare dell'Iran. Abbiamo preso di mira il principale impianto di arricchimento dell'Iran a Natanz", ha aggiunto Netanyahu, spiegando che sono stati eliminati gli "scienziati iraniani" che lavoravano "alla bomba nucleare". Israele ha dichiarato, nelle stesse ore, lo stato di emergenza per la risposta iraniana, che ha lanciato un centinaio di droni verso Tel Aviv. L'Idf è al lavoro per intercettarli, ma Netanyahu ha fatto intendere che la guerra potrebbe durare a lungo: "Stiamo ottenendo risultati, ma so, e lo sappiamo tutti, che non esistono guerre facili", perciò i cittadini potrebbero trascorrere "periodi molto più lunghi nei rifugi rispetto a quelli a cui eravamo abituati fino ad ora".

 

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica è in contatto con l'Iran per monitorare il livello di radiazioni. Alcuni suoi ispettori si trovano nel Paese. A preoccupare è il sito di Natanz, uno degli obiettivi principali dell'aggressione israeliana. Gli Stati Uniti, tramite Donald Trump, hanno affermato di essere stati messi al corrente dell'attacco, ma di non essere coinvolti. Tuttavia, i jet militari stanziati in Medio Oriente sono pronti a sostenere le forze armate israeliane per difendere il territorio di Tel Aviv da droni e missili. È verosimile che i colloqui sul nucleare, previsti nelle prossime ore in Oman tra iraniani e statunitensi, saltino.

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